Cosa vedere a Pompei

La Casa dei Dioscuri a Pompei: come arrivare e cosa vedere

La Casa dei Dioscuri a Pompei è da sempre annoverata tra le domus più ampie e riccamente decorate dell’antica città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Il suo nome deriva dalla presenza, all’ingresso, di un affresco raffigurante i Dioscuri Castore e Polluce, staccato nell’Ottocento e oggi custodito presso il Museo archeologico nazionale di Napoli. La domus vanta una complessa architettura con ambienti spaziosi e una straordinaria collezione di pitture parietali di Quarto Stile, realizzate, secondo gli studi più recenti, dalla medesima bottega che operò anche nella famosa Casa dei Vettii. Nel corso dei secoli, scavi e interventi di restauro hanno svelato al pubblico l’imponenza di questa abitazione e l’alto profilo sociale del suo ignoto proprietario, esponente di spicco dell’élite pompeiana.

Dove si trova?

Mappa di Pompei: Regio VI – 10

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Origini e scoperta

Interno della Casa dei Dioscuri a Pompei con colonne e resti di affreschi

Nella Casa dei Dioscuri il peristilio è detto “rodio” perché il lato settentrionale risulta scenograficamente più elevato rispetto agli altri. Questa configurazione creava un impatto visivo notevole e valorizzava la profonda vasca d’acqua posta al centro del cortile. Sul peristilio si affacciava un elegante ambiente di soggiorno, le cui pareti erano in origine rivestite di marmo, soluzione rara a Pompei e indice di un’elevata disponibilità economica del proprietario.

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La Casa dei Dioscuri fu scavata tra il 1828 e il 1829, poi parzialmente nel 1837, in un periodo in cui gli scavi borbonici erano particolarmente attivi a Pompei. La domus si trova nel settore nord-occidentale dell’antica città, fra la via del Mercurio e il vicolo del Fauno (non a caso, la vicina Casa del Fauno è un’altra delle grandi dimore di Pompei). Sebbene fosse già stata individuata negli anni precedenti, fu soltanto con le campagne di scavo più approfondite che emerse la complessità architettonica di questa abitazione.

Il nome “Casa dei Dioscuri” richiama in modo esplicito il celebre affresco collocato all’ingresso principale, in cui i gemelli divini Castore e Polluce sono rappresentati con i loro cavalli, accompagnati da lance e mantelli (un riferimento all’ordine equestre e al prestigio del proprietario). L’affresco fu successivamente staccato e trasferito al Museo archeologico nazionale di Napoli, così come molte altre pitture di pregio ritrovate in loco. Da allora, il sito ha mantenuto la denominazione legata a questa iconografia, mentre alcune repliche o copie degli affreschi originali sono state talvolta ricollocate in situ per dare al visitatore un’idea più chiara della decorazione originaria.

Struttura architettonica: due atri e un peristilio rodio

Colonne dell’atrio con vista sul giardino della Casa dei Dioscuri a Pompei

Ciò che rende la Casa dei Dioscuri una delle più rappresentative dell’ultima fase di Pompei è la sua articolata disposizione. L’abitazione è di grandi dimensioni (si stima una superficie di circa 1500 mq) e risulta dall’unione, in età augustea, di almeno tre precedenti nuclei edilizi. Questa fusione ha conferito alla domus un impianto piuttosto complesso, capace di ospitare diverse funzioni: ricevimento di ospiti e clienti, amministrazione della res privata, culto domestico, vita familiare e persino spazi di servizio e alloggio per gli schiavi.

Atri e ambienti principali

Peristilio della Casa dei Dioscuri a Pompei con colonne e affreschi

La Casa dei Dioscuri possiede due atri ben distinti:

Atrio principale (detto “corinzio” o “grande atrio”): è il fulcro d’accesso all’abitazione, nonché l’elemento architettonico di maggiore impatto scenografico. Si tratta di un atrio con dodici colonne in tufo, materiale che testimonia l’influenza delle tecniche sannite e dei primi periodi costruttivi di Pompei. Le colonne sorreggevano parte del tetto e incorniciavano l’impluvium centrale, la vasca dove si raccoglieva l’acqua piovana. Attorno all’atrio si sviluppano le camere più sontuose, destinate ai banchetti e ai ricevimenti formali. Molte di queste stanze, soprattutto quelle rivolte verso un piccolo giardino sul fondo, erano decorate con dipinti di Quarto Stile e con affreschi mitologici.

Atrio secondario (detto “minore”): collegato al primo mediante un passaggio o un corridoio, il secondo atrio appare più funzionale e meno ostentatorio. È occupato in gran parte da ambienti di servizio e stanze da letto (cubicula) per la famiglia e il personale. Pur non essendo privo di decorazioni pittoriche, risulta meno ricco sotto il profilo dei materiali pregiati.

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Il peristilio di tipo rodio

Vista sul giardino colonnato della Casa dei Dioscuri a Pompei

Un elemento particolarmente affascinante è il peristilio di tipo rodio, così definito perché il suo lato settentrionale era scenograficamente rialzato rispetto agli altri. Nel giardino centrale (o viridarium), probabilmente rigoglioso di piante, vi era una vasca profonda, utilizzata per giochi d’acqua o come bacino ornamentale. Dal peristilio, lo sguardo spaziava sui porticati colonnati e su un elegante ambiente di soggiorno (oecus), un tempo rivestito di marmo – caratteristica insolita a Pompei, dove le pareti erano perlopiù affrescate. Questa ambientazione suggerisce l’enorme disponibilità finanziaria del proprietario, che poteva permettersi l’uso di marmi costosi, segno di distinzione e lusso.

Le decorazioni pittoriche: un capolavoro di quarto stile

Affreschi decorativi in una stanza interna della Casa dei Dioscuri a Pompei

La Casa dei Dioscuri a Pompei è celebre per le pitture realizzate in Quarto Stile, la fase pittorica diffusa dopo il 50-60 d.C. e all’epoca dell’eruzione del 79 d.C. Questo stile, contraddistinto da vivaci sfondi rossi e neri, architetture illusionistiche, figure mitologiche e nature morte, mira a creare un ambiente onirico e affascinante. Secondo gli esperti, la bottega che dipinse la domus fu la stessa che operò nella Casa dei Vettii, un’altra abitazione di gran pregio sita nella Regio VI.

Quadretti mitologici

Stanza affrescata con vista sul giardino nella Casa dei Dioscuri a Pompei

Il fiore all’occhiello sono i numerosi quadretti mitologici, oggi in buona parte custoditi al Museo archeologico nazionale di Napoli. Ecco alcuni esempi degni di nota:

Nascita di Adone: la scena in cui Adone, destinato a essere uno degli amanti di Afrodite, viene presentato come un neonato dal destino tragico, a sottolineare l’interesse del proprietario per temi legati all’eros e alla bellezza.

Scilla tradisce Niso: la giovane principessa, innamorata di Minosse, taglia il ciuffo di capelli fatato del padre per consegnarlo al re cretese, condannando Niso alla sconfitta e alla rovina.

Apollo e Dafne: un mito di metamorfosi e inseguimento amoroso, con Dafne trasformata in alloro per sfuggire al dio.

Sileno e Ninfa con Bacco infante: la celebrazione del bimbo divino, simbolo di fertilità e vita, protetto dal satiro Sileno e da una ninfa.

Ogni stanza di rappresentanza, collocata ai lati del tablino o affacciata sul peristilio, ostentava affreschi di raffinata fattura, con una perfetta commistione di colori intensi, dettagli dorati e architetture dipinte. In molti casi, la parte inferiore delle pareti presentava zoccolature in rosso o nero, con motivi floreali o finti marmi, mentre la parte superiore esibiva riquadri con soggetti epici o figure divine.

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L’ingresso con i Dioscuri

All’ingresso, come detto, erano collocati i quadretti raffiguranti i Dioscuri Castore e Polluce, emblema equestre dell’élite romana e segno di appartenenza del proprietario a un rango elevato. Il dettaglio dei due giovani con l’elmo e i cavalli al fianco evocava i fratelli divini che, nella mitologia romana, proteggevano i viaggiatori e i naviganti. Le versioni originali di tali pitture furono trasferite nel XIX secolo al Museo Archeologico di Napoli, mentre di recente sono state poste in situ delle copie, per restituire al visitatore l’impatto che si aveva varcando la soglia della casa in epoca antica.

Il Larario e il culto domestico

Edicola sacra nel giardino della Casa dei Dioscuri a Pompei

In prossimità dell’atrio o di altre aree di passaggio si trovano spesso i larari, piccole edicole dove la famiglia romana venerava i Lari (spiriti protettori della casa), i Penati (gli antenati) e il Genio del pater familias. Nella Casa dei Dioscuri, le fonti menzionano la presenza di un larario su una parete di fondo, all’interno di un portico con colonne doriche. Questo spazio era dedicato al rituale domestico: i proprietari, infatti, ogni giorno offrivano incenso, libagioni o piccole vivande, pregando per la prosperità, la salute e la protezione dagli influssi maligni. Nei paramenti di scavo dell’Ottocento furono rinvenuti talvolta resti di statue o disegni votivi, purtroppo in parte dispersi.

Il ruolo dei giardini: peristilio e pseudo-peristilio

Colonnato e giardino della Casa dei Dioscuri a Pompei

Uno dei tratti che distingue la Casa dei Dioscuri da molte altre dimore pompeiane è la presenza di spazi verdi particolarmente scenografici. Il proprietario valorizzò questi ambienti sia come cornice architettonica, sia come simbolo di lusso e benessere. Il peristilio rodio (descritto sopra) e il cosiddetto pseudo-peristilio dorico, dalle colonne di ordine dorico, erano adornati da aiuole, vasche, statue e decorazioni a tema vegetale.

Negli ultimi anni, con i più recenti lavori di restauro e la valorizzazione dell’archeobotanica, si è puntato a una “rigenerazione dei giardini” attingendo dai dati raccolti durante gli scavi storici e dallo studio di pollini e radici carbonizzate. L’idea è di restituire gradualmente al visitatore un’esperienza multisensoriale in linea con l’originaria funzione di “paradeisos” privato. Rose antiche, iris, arbusti di bosso e alberi da frutto potrebbero presto ripopolare i viridaria, integrandosi con le parti rimaste delle pitture parietali a soggetto botanico.

Gli interventi di restauro e la riapertura

Dopo decenni di chiusure, crolli e manutenzione solo parziale, la Casa dei Dioscuri è rientrata in programmi più ampi di recupero nell’ambito del Grande Progetto Pompei. Sono state installate coperture archeologiche leggere e reversibili, in metallo e legno, per proteggere gli ambienti più danneggiati dall’azione della pioggia e dall’incuria del tempo. Alcuni di questi interventi hanno richiesto la risistemazione di falde di copertura, la revisione delle strutture portanti (soprattutto i pilastri in tufo e gli architravi moderni) e la messa in sicurezza degli apparati decorativi.

Parallelamente, si è avviato il restauro degli affreschi ancora in situ e dei pavimenti in mosaico o in opus sectile. Trattandosi di uno spazio complesso e ricco di riferimenti mitologici, l’azione degli studiosi e dei restauratori ha comportato anche la necessità di documentare e interpretare le varie fasi decorative, al fine di non confondere gli strati più antichi con quelli rifatti in epoca immediatamente precedente all’eruzione.

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Miti rappresentati: l’amore per l’epica e la tragedia

Alcune scene mitologiche (ora al Museo Archeologico di Napoli) testimoniano l’ampio ventaglio di soggetti scelti dal proprietario, che verosimilmente era un uomo colto e desideroso di mostrare la propria conoscenza dei cicli epici e tragici:

Scilla e Minosse: la figlia del re Niso strappa il “capello fatato” per amore di Minosse.

Adone e la sua nascita prodigiosa.

Apollo e Dafne: la ninfa trasformata in alloro per sfuggire a Apollo.

Sileno e Bacco infante: un tributo a tematiche dionisiache, con forte valenza simbolica di fertilità e gaiezza.

Oltre a questi, si citano riferimenti a storie come quelle di Medea, Achille, Teseo e altre figure mitiche, anche se non sempre tali affreschi risultano integralmente conservati nel sito o musealizzati. L’insieme, comunque, fa emergere come la decorazione pittorica svolgesse un ruolo di intrattenimento e di conversazione: ogni scena mitologica forniva lo spunto per narrare o discutere di virtù, passioni e imprese eroiche, come in un salotto letterario dell’epoca.

Il Pompejanum di Aschaffenburg: un omaggio alla Casa dei Dioscuri

Un fatto curioso, spesso ignorato dal turista, è che la Casa dei Dioscuri funse da principale ispirazione per il Pompejanum, un edificio costruito a metà Ottocento sulle rive del fiume Meno, ad Aschaffenburg, in Germania. Re Ludwig I di Baviera, affascinato dalle scoperte a Pompei, commissionò all’architetto Friedrich von Gärtner una ricostruzione “ideale” di una casa pompeiana, con colonnati, atrio, peristilio e pitture murali ispirate alla domus dei Dioscuri. Il Pompejanum, danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale e poi restaurato, è attualmente un museo che ospita reperti di arte antica e offre un viaggio immaginario nel passato romano, replicando forme e colori della casa originaria.

Fruizione attuale e prospettive future

Oggi, la Casa dei Dioscuri risulta in parte visitabile, anche se non sempre rientra nei percorsi regolarmente aperti al pubblico per motivi di conservazione. In alcuni casi, infatti, si opta per aperture straordinarie, soprattutto in occasione di nuove esposizioni, restauri conclusi o eventi speciali. Chiunque abbia la fortuna di entrare in questi ambienti può ammirare:

Le architetture monumentali degli atri e del peristilio, con parte delle colonne restaurate e coperte in modo da prevenire infiltrazioni.

Le tracce di affreschi rimasti in situ, soprattutto nei corridoi e nei passaggi attorno al tablino.

I giardini in fase di rigenerazione, con specie botaniche coltivate nel Vivaio della Flora Pompeiana, per ricreare, nei limiti del possibile, l’aspetto e i profumi di un tempo.

La speranza è che, con la prosecuzione degli interventi, la Casa dei Dioscuri possa tornare stabilmente fruibile, e che la combinazione di interventi strutturali, restauro delle decorazioni e ripristino dei giardini consenta di cogliere l’insieme organico di architettura, pittura e paesaggio, come concepito dal proprietario romano. L’esperienza di visita, allora, non sarà soltanto la scoperta di un frammento di storia, ma l’immersione in uno scenario di lusso e cultura che caratterizzava l’alta società pompeiana.

Conclusioni

La Casa dei Dioscuri a Pompei è un autentico tesoro archeologico. L’imponenza della struttura, con i suoi due atri e il magnifico peristilio rodio, la ricca decorazione pittorica di Quarto Stile, i giardini interni, i riferimenti mitologici e la maestria architettonica, ne fanno uno dei simboli più alti del gusto artistico romano di epoca pre-eruzione. Lo splendore dei quadretti mitologici, molteplici e curati con finezza, testimonia la volontà di celebrare le virtù eroiche e gli dei protettori, nonché di offrire agli ospiti un ambiente di grande fascino e conversazione colta.

Ancora oggi, i lavori di restauro e la ricerca archeologica confermano la centralità di questa domus nel panorama pompeiano, e promettono di renderla progressivamente più accessibile e fruibile al grande pubblico. Non resta che sperare in prossime aperture e visite guidate che includano la Casa dei Dioscuri, per permettere a tutti di camminare tra le sue colonne, sostare nei suoi giardini ricostruiti e ammirare, magari in copia o parzialmente in originale, le immortali scene mitologiche che hanno ispirato intere generazioni di artisti.

FAQ sulla Casa dei Dioscuri a Pompei

Chi erano i Dioscuri?

I Dioscuri Castore e Polluce, nella mitologia greca e romana, erano figli (o fratellastri) di Zeus e Leda, protettori dei cavalieri e dei viaggiatori. Il nome della casa deriva dall’affresco dei due gemelli divini, un tempo posto all’ingresso della domus, per sottolineare l’appartenenza del proprietario all’ordine equestre e il suo elevato status sociale.

Cosa rende speciale l’architettura di questa domus?

La casa è nota per la sua complessa struttura, con due atri e un peristilio di tipo rodio (quello settentrionale è più elevato degli altri lati). L’atrio principale ha dodici colonne in tufo e ospita gli ambienti di rappresentanza, mentre l’atrio secondario include le stanze di servizio e da letto.

Quali sono le decorazioni più importanti della Casa dei Dioscuri?

Le pitture sono in Quarto Stile e molte di esse sono state realizzate dalla stessa bottega attiva nella vicina Casa dei Vettii. Tra i soggetti mitologici più celebri figurano Scilla e Minosse, la nascita di Adone, Apollo e Dafne, Sileno e Bacco infante. I dipinti più significativi sono oggi esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Che ruolo avevano i giardini della Casa dei Dioscuri?

I giardini (il peristilio principale e uno pseudo-peristilio dorico) erano essenziali per l’estetica e il comfort della casa. Oggi si lavora alla “rigenerazione” degli spazi verdi, basandosi su dati archeologici e archeobotanici, per ricreare le specie vegetali e l’atmosfera originaria.

Cosa vuol dire “peristilio di tipo rodio” nella Casa dei Dioscuri?

Nella Casa dei Dioscuri il peristilio è detto “rodio” perché il lato settentrionale risulta scenograficamente più elevato rispetto agli altri. Questa configurazione creava un impatto visivo notevole e valorizzava la profonda vasca d’acqua posta al centro del cortile. Sul peristilio si affacciava un elegante ambiente di soggiorno, le cui pareti erano in origine rivestite di marmo, soluzione rara a Pompei e indice di un’elevata disponibilità economica del proprietario.

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