Cosa vedere a Pompei

Casa del Fauno a Pompei: informazioni utili e storia della domus

La Casa del Fauno a Pompei è una delle dimore più imponenti e famose dell’intera area archeologica. Situata in un quartiere di prestigio, in un’area benestante costituita da diciassette isolati, questa “casa faraonica” occupa da sola un intero isolato, per un’estensione di circa tremila metri quadrati. Pensate che una domus di dimensioni standard, come la Casa del Poeta Tragico, potrebbe stare interamente nel suo giardino! Ciò la dice lunga sul tenore di vita e sul prestigio della famiglia che l’abitava. La casa deve il suo nome alla statuetta in bronzo raffigurante un satiro danzante (interpretato come fauno) rinvenuta nell’impluvium dell’atrio: un dettaglio che ormai è un vero e proprio simbolo del sito. Tuttavia, la grandezza di questo complesso abitativo non risiede soltanto nelle sue dimensioni: qui si ritrova una straordinaria concentrazione di opere d’arte, mosaici e soluzioni architettoniche innovative, che ne fanno una tappa imperdibile per chiunque desideri scoprire l’evoluzione della domus romana in età repubblicana.

Dove si trova?

Mappa di Pompei: Regio VI – 1

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Storia e origini

Strada tra le rovine della Casa del Fauno a Pompei

La prima fase costruttiva della Casa del Fauno a Pompei risale probabilmente al III secolo a.C., quando l’abitazione era più semplice e di dimensioni ridotte, con un ampio giardino. Fu però nel II secolo a.C., intorno al 120 a.C., che la casa assunse l’aspetto monumentale per cui è famosa oggi. L’ampliamento avvenne inglobando altre strutture vicine, rialzando i pavimenti e costruendo nuovi ambienti, tra cui due maestosi peristili. In questo modo, il proprietario — probabilmente un membro dell’élite locale, forse un magistrato — poté manifestare la propria ricchezza attraverso una dimora sfarzosa, ricca di ornamenti e decorazioni.

La casa fu sepolta, come il resto della città, dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. ed è stata riportata alla luce durante gli scavi del XIX secolo. Oggi, è un esempio emblematico di come i tesori di Pompei siano giunti fino a noi in uno stato di conservazione tale da permettere agli studiosi e ai visitatori di rivivere in qualche misura l’atmosfera dell’epoca.

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Architettura e struttura della casa

Colonnato della Casa del Fauno a Pompei con prato e cipressi

Osservando la Casa del Fauno, si ha subito l’impressione di trovarsi di fronte a un vero “palazzo” dell’antichità. Il complesso comprende:

  • Due atri:
    • Il primo, di tipo tuscanico, con impluvium centrale.
    • Un secondo atrio tetrastilo, sostenuto da quattro colonne, che collega ad altri ambienti e fungeva da ulteriore spazio di rappresentanza.
  • Due ampi peristili:
    • Il primo più piccolo, decorato da colonne in stile ionico.
    • Il secondo di dimensioni maggiori, circondato da un doppio ordine di colonne, con un vasto giardino interno.
  • Circa una trentina di ambienti:
    • Stanze da letto (cubicula).
    • Aree di servizio e depositi.
    • Ambienti di soggiorno e ricevimento (tablino, triclinio).
    • Un quartiere termale, dotato di tepidarium e calidarium — un vero lusso, più tipico delle ville suburbane.

Una menzione speciale merita lo straordinario soffitto che copriva l’atrio principale: purtroppo oggi non più visibile, era sorretto da un sistema di travi incrociate di dimensioni eccezionali, che garantivano la stabilità della struttura senza necessità di ulteriori colonne. Questo espediente donava un colpo d’occhio senza paragoni: una volta varcata la soglia, lo sguardo del visitatore poteva allungarsi dall’atrium, attraverso il tablino, fino a proiettarsi sui giardini interni dei peristili. Era un effetto scenografico studiato per stupire chiunque entrasse e, al tempo stesso, testimoniare la raffinatezza e la potenza economica del proprietario.

Il fatto che la Casa del Fauno includesse anche un piccolo quartiere termale conferma l’enorme disponibilità economica della famiglia che la abitava: potevano così godere della comodità di bagni caldi, tiepidi e freddi direttamente in casa, anziché recarsi alle terme pubbliche. Questa scelta architettonica rispondeva alla volontà di soddisfare appieno le esigenze di una famiglia dell’alta società, offrendo al suo interno le stesse funzioni e agi di strutture comuni o extraurbane.

Insieme, tutte queste caratteristiche evidenziano come la Casa del Fauno fosse pensata per mostrare — e ostentare — il prestigio dei proprietari, intrecciando funzionalità, comfort e sfarzo in un unico, grandioso complesso abitativo.

Il Mosaico della Battaglia di Isso

Mosaico della battaglia di Alessandro Magno nella Casa del Fauno

Tra i tesori che rendono celebre la Casa del Fauno spicca senza dubbio il mosaico della battaglia di Isso, che ritrae lo scontro decisivo tra Alessandro Magno e il re persiano Dario III. Si tratta di un’opera monumentale composta da circa un milione e mezzo di minuscole tessere (opus vermiculatum), oggi custodita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e sostituita in situ da una copia. È un autentico capolavoro di abilità artistica, realizzato sul posto probabilmente da maestranze specializzate provenienti dal Nord Africa, famose per la capacità di creare mosaici policromi di grande effetto.

Sebbene oggi siamo abituati a considerarla un’opera “romana”, il mosaico è in realtà la copia di un celebre dipinto greco del IV secolo a.C., andato probabilmente perduto già in epoca antica. Il proprietario della Casa del Fauno volle riprodurre questa scena gloriosa per celebrarne il valore epico: si possono ammirare i volti di Alessandro, deciso e sicuro, e di Dario in fuga, spaventato, con un soldato persiano a terra il cui volto si riflette sullo scudo. Questo gioco di riflessi rivela la straordinaria raffinatezza degli artisti antichi, capaci di trasmettere realismo e tensione in un’opera che, a distanza di secoli, continua a stupire chiunque la osservi.

Posizionato in una grande esedra affacciata sul primo peristilio, il mosaico occupava un luogo strategico della casa, in cui i proprietari potevano mostrarlo con fierezza agli ospiti. L’idea di riprodurre un dipinto greco di grande fama in forma di mosaico rappresenta anche una chiara manifestazione di prestigio culturale, sottolineando l’elevato status sociale di coloro che vivevano in questa dimora.

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Decorazioni pittoriche e arredi

Oltre all’incredibile mosaico della battaglia di Isso, la Casa del Fauno conserva numerosi altri esempi di decorazioni di altissimo livello. Tra i mosaici più noti, si segnalano quelli di piccolo formato che raffigurano un gatto che azzanna un gallo, o la scena di tre colombe bianche che estraggono una collana di perle da un cofanetto. Questi soggetti, di sorprendente modernità e delicatezza, attestano la varietà tematica e lo straordinario gusto estetico dell’epoca.

La famosa statuetta in bronzo del fauno danzante, da cui la casa prende il nome, era collocata nell’impluvium dell’atrio principale, ma non al centro della vasca — come la si vede oggi — bensì sul bordo, innalzata su un piccolo piedistallo per conferire maggior risalto alla figura (nella casa si può ammirare una copia del Fauno danzante; l’originale è custodito presso il Museo Nazionale). Oltre ai mosaici e alle sculture, l’abitazione doveva essere arricchita da numerosi affreschi e arredi di lusso, nonché da un accurato sistema di porte e serramenti (alcuni menzionano persino crepe e piccole deformazioni del suolo durante i giorni che precedettero l’eruzione).

Questi arredi e decorazioni, uniti alla vastità degli spazi interni ed esterni, confermano che nella Casa del Fauno abitava una famiglia decisamente benestante e culturalmente sofisticata, capace di commissionare opere ai migliori artigiani dell’epoca. L’insieme di mosaici, statue e affreschi rispecchiava la volontà di ostentare potenza economica e, al tempo stesso, amore per l’arte e la cultura ellenistica, ancora molto viva nel I secolo a.C. e nella prima età imperiale.

Il fascino della cultura romana

Visitare la Casa del Fauno a Pompei non significa soltanto osservare i resti di un edificio antico, ma entrare in contatto con un modo di vivere lontano nel tempo. Qui potrai percepire l’importanza dell’ospitalità, il gusto per la bellezza, la religiosità domestica e i rituali quotidiani di una grande famiglia dell’epoca. La casa non era solo un rifugio, ma un luogo di rappresentanza, uno strumento per esprimere potere, prestigio e cultura. Le sue architetture, le decorazioni, i ricchi mosaici e le sculture documentano la capacità dei romani di creare ambienti in cui l’arte, la natura e la funzione pratica si fondono armonicamente.

La Casa del Fauno come simbolo di Pompei

Statua del fauno danzante nella fontana della Casa del Fauno

Nel vasto panorama degli Scavi di Pompei, la Casa del Fauno è diventata un simbolo del lusso e dell’eleganza raggiunti dalla città nel periodo di maggiore prosperità. Molte guide turistiche e brochure, così come siti web dedicati al turismo archeologico a Pompei, la citano come una delle dimore più belle e significative da visitare. Il suo successo e la sua popolarità sono dovuti alla presenza di reperti unici, come il mosaico della battaglia di Isso, e allo stato di conservazione che permette ancora oggi di ammirare la pianta generale e percepire l’opulenza degli arredi originali.

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Il Ruolo della Casa del Fauno nella comprensione della civiltà romana

La Casa del Fauno non è semplicemente un monumento archeologico, ma uno strumento didattico straordinario per capire come si sviluppava la società romana in una città della Campania antica. Attraverso le sue strutture e le sue decorazioni possiamo dedurre il ruolo del proprietario nella comunità, la sua cultura e le sue ambizioni. Possiamo immaginare i riti religiosi svolti nel larario, le conversazioni nella sala di ricevimento, i passi lenti di chi passeggiava sotto i colonnati, magari discutendo di politica, commercio o letteratura.

Chi visita questa domus non si limita a guardare pietre e colonne, ma acquisisce consapevolezza del passato, comprendendo meglio la complessa rete di rapporti sociali e culturali che ha reso l’Impero Romano una delle realtà più influenti del mondo antico.

Cosa aspettarsi dalla visita

Giardino della Casa del Fauno con siepi e alberi

La Casa del Fauno a Pompei rappresenta una delle tappe fondamentali per comprendere il livello di splendore raggiunto dalla città prima della catastrofe del 79 d.C. Passeggiare tra i suoi spazi significa osservare il genio architettonico romano, la sensibilità estetica, il rapporto con il mondo ellenico e la straordinaria abilità degli artigiani locali. I mosaici, gli affreschi, le sculture, i pavimenti in opus sectile, le eleganti colonne dei peristili, la varietà degli ambienti interni e la complessità dell’impianto edilizio sono elementi che trasformano la visita in un vero e proprio viaggio nel tempo.

Chi non è esperto di archeologia romana apprezzerà comunque la bellezza e la complessità della Casa del Fauno. Non è necessario avere conoscenze approfondite per rimanere colpiti dalla raffinatezza dell’insieme. Chiunque troverà in questa domus un luogo in cui l’immaginazione può ricostruire momenti di vita quotidiana: un banchetto nel triclinio con amici e clienti, una passeggiata nel giardino interno, la contemplazione di un mosaico mentre si discuteva di politica o di filosofia.

Se stai ancora riflettendo su cosa vedere a Pompei, la Casa del Fauno è un motivo più che valido per mettere questa destinazione in cima alla lista. L’esperienza di camminare nella stessa domus che oltre duemila anni fa ospitava banchetti, incontri politici, celebrazioni religiose e momenti di vita privata è qualcosa di unico. L’eruzione del Vesuvio ha fermato il tempo, conservando per noi un patrimonio di inestimabile valore storico e artistico.

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Conclusione

La Casa del Fauno a Pompei è uno dei gioielli degli scavi, una testimonianza straordinaria del passato che ancora oggi sa parlare al visitatore moderno. Attraverso i suoi ambienti, i suoi mosaici, i suoi giardini e le sue decorazioni architettoniche, essa ci racconta una storia fatta di potere, ricchezza, gusto artistico, innovazione architettonica e vita quotidiana. Inserire una visita alla Casa del Fauno nella tua scoperta delle antiche rovine di Pompei significa aggiungere una tessera fondamentale al mosaico della conoscenza della civiltà romana, arricchendo la tua esperienza di turismo archeologico a Pompei.

Se desideri immergerti nell’atmosfera di una città romana del I secolo d.C., percepire la grandiosità e la raffinatezza di una famiglia d’élite, ammirare opere d’arte straordinarie e comprendere meglio cosa vedere a Pompei, allora la Casa del Fauno non può mancare nel tuo itinerario. Grazie alla bellezza, alla complessità e all’importanza storica di questa dimora, la tua visita agli Scavi di Pompei diventerà un ricordo indelebile, un viaggio nel tempo che arricchirà la tua mente e il tuo spirito.

FAQ sulla Casa del Fauno a Pompei

Che cos’è la Casa del Fauno a Pompei?

La Casa del Fauno è una delle più grandi e prestigiose domus romane degli Scavi Archeologici di Pompei. Deve il suo nome alla statuetta bronzea di un fauno danzante, rinvenuta nell’impluvium dell’atrio principale. Con i suoi oltre tremila metri quadrati, occupa un intero isolato, testimoniando la ricchezza e l’alto rango della famiglia che vi abitava.

Dove si trova esattamente la Casa del Fauno negli Scavi di Pompei?

Per raggiungere la Casa del Fauno, dirigiti verso il Foro di Pompei e prosegui oltre l’Arco Onorario. Percorri il Vicolo del Foro e svolta a destra su Via della Fortuna: troverai l’ingresso della domus su questa strada, in una zona di Pompei tradizionalmente associata ai quartieri più prestigiosi dell’epoca romana.

Perché la Casa del Fauno è considerata una tappa imperdibile?

Oltre alle sue dimensioni monumentali, la Casa del Fauno custodisce veri e propri capolavori artistici, come il celebre mosaico della Battaglia di Isso (oggi al Museo Archeologico di Napoli). Visitarla significa entrare in un ambiente che sintetizza lusso, architettura avanzata e gusto artistico tipici di una grande famiglia dell’élite pompeiana.

Qual è l’origine storica della Casa del Fauno?

La prima fase costruttiva risale al III secolo a.C., ma è intorno al 120 a.C. che la casa assunse il suo aspetto maestoso. Ampliata grazie all’annessione di strutture vicine, divenne un vero “palazzo” dell’antichità, dotato di due atri, due grandi peristili e molteplici ambienti abitativi. L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. la seppellì, preservandola nei secoli.

Cosa rende così speciale l’architettura della Casa del Fauno?

La dimora comprende due atri (uno tuscanico e uno tetrastilo) e due peristili: uno ionico di dimensioni ridotte, e uno più ampio circondato da un doppio ordine di colonne. Gli ambienti interni, oltre a zone residenziali e di servizio, includono anche un piccolo complesso termale, ulteriore segno di grande disponibilità economica. L’insieme di queste strutture fa della Casa del Fauno un esempio eccelso di domus romana.

Che cos’è il Mosaico della Battaglia di Isso e dove si trova oggi?

È uno dei mosaici più celebri della storia dell’arte romana, raffigurante lo scontro tra Alessandro Magno e Dario III. Realizzato con milioni di tessere policrome, mostra dettagli di straordinario realismo, come il volto di un soldato che si riflette sullo scudo. Oggi l’originale è conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, mentre nella Casa del Fauno è possibile ammirarne una copia.

Quali altre decorazioni o opere d’arte si possono vedere nella Casa del Fauno?

Oltre al Mosaico della Battaglia di Isso, la domus offre una notevole varietà di mosaici e statue, come quello che raffigura un gatto che azzanna un gallo, o la famosa statuetta del fauno danzante (nella casa si può ammirare una copia del Fauno danzante; l’originale è custodito presso il Museo Nazionale). È probabile che gli interni fossero ulteriormente impreziositi da affreschi e arredi di lusso, in parte perduti ma testimoniati dai ritrovamenti archeologici.

Perché la Casa del Fauno è importante per comprendere la società romana?

La dimora mostra come l’élite pompeiana vivesse in ambienti di grande sfarzo. La presenza di ampi giardini, terme private e sale di rappresentanza (come il tablino e i triclini) sottolinea l’importanza dell’ospitalità e del prestigio sociale nella cultura romana. La casa era concepita per stupire gli ospiti e ribadire lo status del proprietario.

In che modo la Casa del Fauno contribuisce a capire il ruolo dell’arte a Pompei?

La quantità e la qualità di mosaici, sculture e affreschi ritrovati in questo complesso evidenziano l’alto livello di abilità degli artigiani dell’epoca. L’ampio ricorso al mondo ellenico (ad esempio la Battaglia di Isso, copia di un famoso dipinto greco) dimostra come la società pompeiana guardasse alla cultura greca per ispirazione artistica e segno di prestigio.

Ci sono curiosità o aneddoti particolari legati a questa dimora?

Una particolarità riguarda la famosa statuetta del fauno: originariamente non era posta al centro dell’impluvium, ma su un piccolo piedistallo sul bordo, per conferirle maggiore risalto. Inoltre, l’innovativo soffitto dell’atrio principale era retto da travi incrociate di grandi dimensioni, offrendo un effetto scenografico di grande impatto per i visitatori dell’epoca.

Come inserire la Casa del Fauno in un itinerario di visita a Pompei?

È consigliabile dedicare almeno 20-30 minuti per apprezzarne l’architettura e i resti decorativi. Puoi includerla in un percorso che parte dal Foro, prosegue lungo Via della Fortuna e tocca altre domus prestigiose, come la Casa dei Vettii o la Casa del Poeta Tragico. Se possibile, considera un tour guidato o un’audioguida per cogliere tutti i dettagli storici e artistici.

Perché la Casa del Fauno è considerata un simbolo di Pompei?

Oltre alle dimensioni eccezionali, questa residenza conserva testimonianze uniche di lusso e raffinatezza, come il quartiere termale privato e i celebri mosaici. Da sempre attira l’attenzione di storici, archeologi e turisti, diventando un punto di riferimento per chi vuole scoprire l’apice del benessere e della ricercatezza raggiunti dalla città prima dell’eruzione del 79 d.C.

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