Pompei, con le sue meravigliose domus, gli affreschi vivaci e gli spazi pubblici, offre un viaggio unico nella quotidianità dell’antica Roma. Le parole che incontrerete, spesso in latino, raccontano le abitudini e le innovazioni dei suoi abitanti: dalle tecniche di costruzione ai luoghi di culto, dalla complessa arte della pittura agli ambienti dedicati al relax e al benessere. Per comprendere al meglio questo straordinario patrimonio, ecco un breve glossario dei principali termini archeologici e architettonici che vi guiderà fra le rovine pompeiane, rendendo più viva e immediata la visita agli Scavi. Buona lettura e buon viaggio nel tempo!
Ecco un possibile Glossario – in ordine alfabetico – che unisce ed evita le ripetizioni delle definizioni fornite. Ho integrato, ove necessario, le informazioni presenti in più versioni dello stesso termine in un’unica voce.Nota: i termini contrassegnati da asterisco (es. larario, impluvium, peristilio, ecc.) rimandano ad altre voci del Glossario.
ALCOVA
Parte della stanza, separata da un arco o da un architrave e chiusa da cortine, in cui era collocato il letto.
ARS TOPIARIA
Tecnica di potatura di alberi e arbusti che mira a conferire una forma geometrica (diversa da quella naturale) a scopo ornamentale.
ATRIO
Vasto ambiente d’ingresso sul quale si affacciano le stanze più importanti della domus romana. In origine costituiva il cuore della casa, ma con il tempo la funzione centrale passò al peristilio*, mentre l’atrio rimase soprattutto un luogo di rappresentanza. Spesso era provvisto di un’apertura nel tetto (compluvium*) per l’ingresso di aria e luce.
BASIS VILLAE
Terrazzamento che regolarizza il terreno e sostiene le strutture di una villa; al suo interno potevano essere ricavati ambienti a varia destinazione (residenziali, depositi o cantine). Funzionava anche come terrazza panoramica.
BUGNATO
Tipo di muratura costituita da blocchi di pietra sovrapposti a file sfalsate, in cui i giunti (orizzontali e verticali) sono leggermente arretrati rispetto al piano di facciata. Questo conferisce a ogni blocco un effetto “a rilievo”. Era molto diffuso nel Rinascimento per le facciate dei palazzi nobiliari.
CALIDARIUM
Dal latino calidus (caldo), era l’ambiente termale destinato al bagno caldo. Riscaldato da aria calda proveniente da una fornace, l’aria circolava sotto il pavimento rialzato su pilastrini (suspensurae*) e nelle pareti tramite tubi di terracotta (tegulae mammatae*), mantenendo alte temperature all’interno della stanza.
COCCIOPESTO
Miscela di malta e minuti frammenti di laterizi (cocci) utilizzata come rivestimento impermeabile per pavimenti e pareti, sia interni sia esterni. Spesso era decorato con tessere o inserti di marmo. Trovava ampio impiego nella realizzazione di cisterne, vasche, piscine e ambienti di servizio.
COMPLUVIUM
Apertura nel tetto dell’atrio* che permette l’ingresso di luce e aria. Le falde del tetto inclinano in modo da convogliare la pioggia nell’impluvium*, la vasca sottostante, collegata di solito a una cisterna per la raccolta dell’acqua.
CUBICULUM (o CUBICOLO)
Dal verbo latino cubare (“giacere, riposare”). Stanza da letto di piccole dimensioni, destinata al riposo notturno; la ridotta metratura ne facilitava il riscaldamento durante i mesi invernali.
DIAETA
Ambiente adibito al riposo, al soggiorno, all’alimentazione e ad attività ricreative. Il termine è spesso usato da Plinio il Giovane nelle descrizioni delle sue ville, riferendosi a stanze appartate o separate dal resto della casa. In alcuni contesti, vi era addirittura uno schiavo o liberto (il Diaetarchus) incaricato della sua supervisione.
EDICOLA
Diminutivo di aedes (“sede”): piccola struttura architettonica, a forma di tempietto in miniatura, spesso destinata al culto pubblico o privato. Può presentare un timpano retto da colonne e custodisce le statuette delle divinità. In ambito domestico, l’edicola era detta anche larario*.
ERME
Pilastrini di sezione quadrangolare, alti circa 1-1,5 m, sormontati da una testa scolpita a tutto tondo. In origine, in Grecia, reggevano la testa del dio Ermes e fungevano da segnacolo ai confini delle proprietà, alle porte o lungo le strade per invocarne la protezione. In epoca successiva divennero sostegni per ritratti a tutto tondo, usati fino all’età moderna.
FRIGIDARIUM
Sala dell’impianto termale provvista di vasca per il bagno freddo; costituiva la fase conclusiva del percorso termale, dopo gli ambienti tiepidi o caldi.
FRONTESCENA
La parete che fa da fondale di un teatro antico, con due o tre porte utilizzate dagli attori. Per convenzione, la porta centrale era legata alla vicenda principale, quella a destra conduceva al foro, mentre quella a sinistra portava al porto.
GYMNASIUM (GINNASIO)
Termine greco che indica il complesso di locali dedicati all’educazione fisica dei giovani (considerata un dovere civico) e all’allenamento degli atleti professionisti.
IMAGINES CLIPEATAE
Ritratti racchiusi in una cornice a forma di scudo tondo (il clipeus). Era una tipologia tipica dell’età repubblicana romana, spesso legata al culto degli antenati; le maschere funerarie di famiglia venivano portate in processione durante i funerali e successivamente potevano essere esposte entro scudi tondi.
IMPLUVIUM
Vasca quadrangolare posta nell’atrio* al di sotto del compluvium* per raccogliere l’acqua piovana. Spesso era collegata a una cisterna sottostante.
INSULA
In senso letterale significa “isola”. I Romani lo usavano per indicare la casa separata dalle altre abitazioni tramite un piccolo spazio libero (ambitus); l’edificio risultava così “isolato”, da cui il nome. Si contrappone a domus nel significato di “edificio indipendente”.
LARARIO
Piccola edicola* dedicata ai Lari, divinità protettrici della casa. Vi si conservavano le statuette dei Lari, spesso raffigurati come giovani con corta tunica e alti calzari, nell’atto di versare vino dal rhyton. Ogni evento importante (matrimoni, ritorni da viaggio, celebrazioni) era posto sotto la protezione dei Lari con offerte e sacrifici.
MEDUSA
Creatura mitologica (Gorgone), figlia di Forco e Ceto, dotata del potere di pietrificare chiunque incrociasse il suo sguardo. Venne decapitata dall’eroe Perseo, con l’aiuto di Ermes. Dal suo sangue nacquero il cavallo alato Pegaso (talvolta confuso con Bellerofonte, che in realtà fu l’eroe che lo cavalcò) e il gigante Crisaore. Secondo alcune varianti del mito, dal suo sangue si originò anche il corallo.
OECUS
La sala più importante della casa romana, spesso utilizzata come triclinio* per i banchetti. Con l’aumentare del lusso, questi ambienti divennero sempre più ampi e sfarzosi.
OPUS CRATICIUM
Tecnica muraria leggera per realizzare tramezzi o piani superiori, formata da un’intelaiatura lignea riempita con diversi materiali (pietrame, mattoni, tavole di legno, argilla mescolata a paglia o canniccio intonacato).
OPUS SECTILE
Tecnica raffinata di decorazione per pavimenti e pareti, realizzata con sottili lastre di marmi pregiati intagliati in forme varie per comporre motivi policromi. Utilizzata nell’Impero romano e, in Oriente, proseguita nelle basiliche bizantine.
PERISTILIO
Cortile interno circondato da un portico a colonne, tipico della domus romana. Spesso ospitava un giardino (viridarium*), fontane e statue, e in età imperiale divenne il fulcro della vita familiare, sostituendo l’atrio* come centro della casa.
PLUTEO
Balaustra in metallo, legno, pietra o muratura che separa o delimita due parti di uno spazio. Può essere decorata con motivi geometrici, figurativi o pitture; nell’architettura cristiana divideva le diverse aree della chiesa.
PONE SCAENAM
Letteralmente “dietro la scena”. Si tratta dei porticati quadrangolari (porticus pone scaenam) situati oltre la parete scenica di un teatro, dove gli spettatori potevano passeggiare durante gli intervalli. Svolgono la funzione analoga al foyer moderno.
SOLARIUM
Parte della casa aperta al sole e all’aria; poteva essere un terrazzo, una loggia o uno spazio all’aperto situato di frequente al livello superiore dell’abitazione.
STILI DELLA PITTURA POMPEIANA
Identificati dallo studioso tedesco August Mau sulla base degli affreschi di Pompei (e rifacendosi al De Architectura di Vitruvio):
- I STILE (metà II sec. a.C. – inizi I sec. a.C.)
Imitazione di pareti in marmo, con l’uso di stucchi in rilievo. Le superfici sono divise in tre fasce orizzontali: fascia superiore (con cornici in stucco), fascia mediana (tre pannelli a imitazione del marmo) e zoccolo di base. - II STILE (fine II sec. a.C. – fine I sec. a.C.)
Dipinge architetture in prospettiva per dare un’illusione di profondità, con colonnati eleganti e vedute paesistiche. Sparisce quasi del tutto lo stucco a rilievo in favore del trompe-l’oeil pittorico. - III STILE (metà I sec. d.C.)
Abbandona la prospettiva: le pareti, spesso monocrome, sono come “tendaggi” su cui compaiono piccoli quadretti con scene di genere. Ricorrono motivi a candelabro, figure alate, elementi vegetali e decorazioni di gusto egittizzante. - IV STILE (età neroniana, I sec. d.C.)
Riprende elementi dei precedenti stili: finti marmi (I stile), architetture illusive (II stile), motivi ornamentali (III stile), con aggiunta di architetture fantastiche e irreali.
SUBURBIO
Dal latino sub (“sotto”) e urbs (“città”): spazio immediatamente esterno alle mura urbane.
SUSPENSURAE
Piccoli pilastri (solitamente a base quadrata) posti sotto il pavimento degli ambienti termali per creare un’intercapedine d’aria calda, alimentata da una fornace, garantendo riscaldamento al locale soprastante (calidarium*, tepidarium*).
TABLINUM
Stanza aperta sull’atrio* e, sul lato opposto, verso il peristilio*. Costituiva l’ufficio del padrone di casa, dove egli riceveva i clienti. In origine veniva utilizzata anche come camera da letto per il proprietario.
TEGULAE MAMMATAE
Mattoni provvisti di protuberanze (“mammelle”) utilizzati per creare intercapedini d’aria nelle pareti degli ambienti termali.
TEPIDARIUM
Locale termale a temperatura moderata, che faceva da passaggio tra il calidarium* e il frigidarium*. Veniva riscaldato grazie a un sistema di suspensurae* e/o tegulae mammatae*, e talvolta fungeva anche da spogliatoio (apodyterium).
TRICLINIO
Sala da pranzo della casa romana, così chiamata dai tre letti (“triclinia”) disposti su tre lati, dove gli ospiti si sdraiavano (di solito in tre per letto). Il quarto lato rimaneva libero per il servizio. Spesso era collegato visivamente al giardino per godere di una piacevole vista durante il banchetto.
VILLA D’OTIUM
Edificio signorile di tipo residenziale, costruito in zona extraurbana e dotato di padiglioni, giardini e spazi dedicati al riposo, alla meditazione e alle attività ricreative del proprietario.
VIRIDARIUM (o VIRIDARIA)
Dal latino viridis (“verde”). Giardino interno della domus, situato di solito al centro del peristilio* e arricchito da aiuole, piante ornamentali, fontane e statue.
FAQ: Domande frequenti sui termini del Glossario
L’atrium (atrio) era lo spazio d’ingresso della casa romana, spesso con un’apertura nel tetto (compluvium*). Il peristilio*, invece, è un cortile interno circondato da colonne, in genere arricchito da un giardino (viridarium*) e fontane.
Ambienti come il calidarium* o il tepidarium* venivano scaldati grazie a un sofisticato impianto: sotto il pavimento e lungo le pareti circolava aria calda prodotta da una fornace. I pilastrini (suspensurae) e i mattoni con protuberanze (tegulae mammatae) creavano l’intercapedine d’aria calda.
Gli affreschi ritrovati a Pompei mostrano l’evoluzione di tecniche e gusti decorativi in quattro stili distinti, individuati dallo studioso tedesco August Mau. Ognuno di questi stili (I, II, III e IV) presenta caratteristiche peculiari, dai finti marmi in rilievo alle architetture prospettiche, fino agli scenari fantastici e alle decorazioni più minimaliste.
È una piccola edicola* (spesso nella cucina o in un angolo dell’atrio) dedicata al culto dei Lari, divinità protettrici della casa. In questi piccoli altari domestici si offrivano sacrifici in occasione di ricorrenze familiari o eventi importanti.
Nel contesto romano, insula indica un gruppo di abitazioni isolate dallo spazio libero (ambitus) che circondava ogni edificio, facendolo apparire come un’isola separata dalle altre costruzioni. A differenza della domus (che designa genericamente l’abitazione), l’insula ha un significato più spaziale, riferendosi alla casa come entità “isolata” rispetto a quelle vicine.