Cosa Vedere a Pompei in 5 Ore: Guida ai Luoghi Archeologici e Storici

Itinerario Consigliato per visitare Pompei in cinque ore

Pompei è un sito archeologico vasto e ricco di meraviglie, e visitarlo in poche ore può sembrare una sfida. Se hai a disposizione cinque ore, questo itinerario ti guiderà attraverso un percorso ben strutturato che permette di scoprire non solo i luoghi più iconici della città antica, ma anche alcune aree meno battute, ricche di fascino e storia.

In cinque ore, potrai esplorare siti di grande valore storico e artistico, come il Foro, la Basilica, il Teatro Grande e la Casa del Fauno, oltre a immergerti in spazi più intimi e suggestivi, come l’Antiquarium, la Casa di Trittolemo e il Santuario di Apollo. Questo percorso offre un’esperienza più approfondita rispetto ai nostri itinerari da due e tre ore, permettendoti di cogliere meglio la vita quotidiana dei pompeiani e di apprezzare gli straordinari dettagli architettonici e decorativi delle loro dimore.

Se vuoi visitare Pompei senza fretta, lasciandoti il tempo di ammirare le rovine con maggiore attenzione e immergendoti nella loro storia, questo itinerario è l’opzione ideale. E se alla fine della visita sentirai il desiderio di scoprire ancora di più, potrai sempre approfondire ulteriormente con il nostro itinerario più esteso.

Nota: in ogni tappa del percorso consigliato è indicata tra parentesi con un numero romano seguito da un numero arabo, ad esempio (Regio VI – 1). Il numero romano, noto come Regio, rappresenta una delle suddivisioni ufficiali del sito archeologico degli Scavi di Pompei. Ogni Regio corrisponde a una specifica area geografica o zona funzionale all’interno dell’antica città, come aree residenziali, commerciali, pubbliche o religiose. Il numero arabo che segue la Regio identifica la posizione esatta del luogo all’interno di quella specifica area, secondo la mappa ufficiale degli Scavi Archeologici di Pompei. Questo sistema di numerazione facilita l’orientamento e la navigazione tra le diverse attrazioni, permettendo ai visitatori di seguire il percorso in modo organizzato e informato, assicurando una visita efficiente.

La visita a Pompei con il nostro itinerario di cinque ore inizia da Porta Marina Superiore

Porta Marina Superiore è uno degli ingressi principali agli Scavi di Pompei, situata direttamente di fronte alla stazione ferroviaria “Pompei Scavi-Villa dei Misteri” della linea Circumvesuviana Napoli-Sorrento, rendendola facilmente accessibile per i visitatori che arrivano in treno.

Questo ingresso si trova a pochi passi a sinistra di Piazza Esedra, offrendo un comodo punto di partenza per esplorare il sito archeologico.

Oltrepassata la biglietteria di Porta Marina Superiore, prima di iniziare la visita agli scavi, potrete cogliere l’opportunità di visitare l’Antiquarium.

Antiquarium (Regio VIII – 19)

L’Antiquarium di Pompei è un museo situato all’interno del Parco Archeologico, che offre una panoramica completa sulla storia della città, dalla sua fondazione in epoca sannitica fino alla distruzione causata dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Rinnovato nel 2021, il museo espone affreschi, sculture, oggetti d’uso quotidiano e i celebri calchi delle vittime. Grazie a un allestimento moderno e supporti multimediali, i visitatori possono comprendere meglio la vita a Pompei, arricchendo l’esperienza degli Scavi con una visione più dettagliata.

Perché visitarlo?

L’Antiquarium è fondamentale per chi desidera comprendere appieno Pompei prima di esplorarne le rovine. Oltre a esporre reperti fragili che non potrebbero resistere all’aperto, fornisce un contesto storico attraverso ricostruzioni multimediali, teche e pannelli esplicativi. La visita permette di osservare oggetti di vita quotidiana, decorazioni architettoniche e strumenti utilizzati dagli antichi pompeiani, offrendo una prospettiva più chiara sulla cultura, l’arte e la società romana.

Cosa ammirare?

  • I calchi delle vittime dell’eruzione, una delle testimonianze più toccanti della tragedia di Pompei.
  • I mosaici e gli affreschi originali, provenienti da ville e templi della città.
  • Le suppellettili e gli oggetti quotidiani, come vasellame, attrezzi da lavoro e strumenti chirurgici.
  • La sala immersiva, che ricrea digitalmente ambienti di celebri domus pompeiane.
  • Le statue e i rilievi mitologici, tra cui il busto di Dioniso e la metopa con il Supplizio di Issione.
  • Gli argenti di Moregine, preziosi manufatti di epoca romana.
  • I supporti digitali interattivi, che rendono la visita coinvolgente e informativa.

L’Antiquarium è una tappa imprescindibile per chi desidera esplorare Pompei con maggiore consapevolezza e apprezzarne la ricchezza artistica e culturale.

Vuoi saperne di più sull’Antiquarium di Pompei? Leggi il nostro articolo di approfondimento.

Terminata la visita all’Antiquarium, imboccate Via Marina e proseguite verso est per circa quaranta metri. Sulla sinistra troverete l’ingresso alla Casa di Trittolemo.

La Casa di Trittolemo (Regio VII – 4a)

La Casa di Trittolemo è una delle residenze più raffinate di Pompei, situata in una posizione strategica nei pressi del Foro, della Basilica e del Santuario di Apollo. Costruita nel II secolo a.C. e ampliata dopo la conquista di Silla, questa domus presenta affreschi e mosaici di straordinaria bellezza, testimoniando la ricchezza e il prestigio del suo proprietario. Tra gli elementi più interessanti vi sono l’affresco di Trittolemo, simbolo del legame con la fertilità e l’agricoltura, e un raro mosaico a cubi prospettici, simile a quelli presenti nei templi più importanti della città.

Perché visitare la Casa di Trittolemo

La Casa di Trittolemo è una delle residenze più eleganti di Pompei e offre un raro esempio di integrazione tra architettura domestica e arte templare. Le sue decorazioni di alto livello e la posizione privilegiata riflettono il prestigio della famiglia che vi abitava. Il raffinato ciclo pittorico e i mosaici di pregio rivelano una forte influenza ellenistica, mostrando il desiderio del proprietario di connettere la sua dimora ai luoghi sacri della città.

Cosa ammirare nella Casa di Trittolemo

  • Affresco di Trittolemo: raffigura l’eroe mitologico che riceve un cesto di spighe da Persefone, simbolo della trasmissione dell’agricoltura agli uomini.
  • Mosaico a cubi prospettici: raro esempio decorativo presente anche nella cella dei templi di Apollo e Giove, che conferisce alla casa un’aura di sacralità e prestigio.
  • Esedra principale: con ingresso scenografico, decorata con mosaici e affreschi mitologici, dimostra l’importanza del proprietario.
  • Peristilio colonnato: uno spazio aperto con colonne dipinte di rosso e bianco, che un tempo circondava un giardino con una vasca centrale.
  • Affreschi di IV stile: scene con amorini, divinità e miti come Venere e Adone ed Ermafrodito allo specchio, esempio dell’arte raffinata dell’epoca.
  • Decorazioni musive nei triclini: recuperati dalle Terme Suburbane, presentano motivi marini con conchiglie e pesci, creando un’atmosfera suggestiva.

Uscendo su Via Marina, troverete la Basilica proprio di fronte alla Casa di Trittolemo, pronta per essere visitata.

Basilica (Regio VIII – 2)

La Basilica di Pompei, costruita tra il 130 e il 120 a.C., è uno dei più importanti edifici pubblici della città. Situata nell’angolo sud-occidentale del Foro, era un centro per le funzioni giuridiche e commerciali. La sua imponente struttura, caratterizzata da una navata centrale con colonne ioniche e un tribunal, la rende uno degli esempi più rappresentativi dell’architettura romana. Sepolta dall’eruzione del 79 d.C., fu riportata alla luce nel XIX secolo e oggi rappresenta una tappa fondamentale per chi visita gli scavi.

Perché visitare la Basilica

La Basilica di Pompei permette di comprendere l’organizzazione della vita pubblica e politica della città romana. Qui si svolgevano processi e attività commerciali, offrendo uno spazio sicuro e coperto per i cittadini. La sua maestosità architettonica, con colonne ioniche e un’ampia navata centrale, testimonia l’importanza del Foro come fulcro della città.

Cosa ammirare nella Basilica

  • Navata centrale: circondata da 28 colonne ioniche alte circa 11 metri.
  • Tribunal: spazio dove si amministrava la giustizia, con colonne corinzie.
  • Portico di Popidio: elemento architettonico che mascherava edifici irregolari.
  • Resti di decorazioni in stucco: simulazione di blocchi marmorei sulle pareti.
  • Pozzo e fontana: testimoni della gestione delle risorse idriche.

Vuoi saperne di più sulla Basilica di Pompei? Leggi il nostro articolo di approfondimento.

Uscendo dalla Basilica, girate a destra su Via Marina e, dopo pochi passi, troverete l’ingresso del Santuario di Apollo sulla sinistra.

Il Santuario di Apollo (Regio VII – 5)

Tra i luoghi di culto più antichi di Pompei (VIII-VII sec. a.C.). Ricostruito in età sannitica su iniziativa del questore Oppio Campano, fu arricchito in epoca augustea con una meridiana e un muro per separarlo dalle case vicine. Presenta un ampio cortile con colonne ioniche (poi corinzie) e ospitava statue di Apollo, Venere ed Ermes. Danneggiato dal terremoto del 62, era ancora in restauro nel 79 d.C.

Perché visitare il Tempio di Apollo
Il Santuario di Apollo racconta le origini più antiche di Pompei e l’importanza del culto apollineo. Mostra inoltre la stratificazione di stili e restauri che ne testimoniano la lunga storia.

Cosa ammirare nel Tempio di Apollo

  • Le colonne in tufo scanalate e i capitelli corinzi dipinti dopo il terremoto.
  • I resti degli altari e l’omphalos, simbolo delfico nella cella.
  • Le iscrizioni che documentano i restauri e la dedica di Oppio Campano.

Dopo aver visitato il Santuario di Apollo, uscite a est sul Foro e proseguite verso nord, in direzione del Vesuvio. Lungo il percorso, potrete ammirare il Foro di Pompei mentre camminate per circa cinquanta metri, fino a raggiungere i Granai del Foro sulla vostra sinistra.

Granai del Foro (Regio VII – 7)

I Granai del Foro di Pompei, situati nella parte occidentale del Foro, furono inizialmente interpretati come depositi di grano, ma successivi studi hanno smentito questa teoria. Oggi rappresentano uno dei principali depositi archeologici del sito, contenendo circa 9.000 reperti, tra cui anfore, vasellame, utensili da cucina, fontane e alcuni calchi di vittime dell’eruzione. Originariamente un mercato di cereali, i granai furono riutilizzati nel XIX secolo come deposito per materiali recuperati negli scavi. Attualmente oggetto di un progetto di riqualificazione, presto diventeranno un’esposizione archeologica accessibile al pubblico, offrendo una visione unica della vita quotidiana e dei commerci di Pompei.

Perché visitare i Granai del Foro

I Granai del Foro offrono una straordinaria testimonianza della vita quotidiana e dei commerci dell’antica Pompei. Gli oggetti qui conservati permettono di ricostruire i rapporti della città con il Mediterraneo e di comprendere meglio l’alimentazione e le abitudini dei Pompeiani. Con la futura apertura al pubblico, il sito diventerà una delle principali esposizioni archeologiche della città.

Cosa ammirare nei Granai del Foro

  • Le anfore provenienti da diverse regioni del Mediterraneo, che testimoniano i traffici commerciali di Pompei.
  • I calchi delle vittime dell’eruzione, tra cui quello di un cane e di un albero.
  • Le grandi vasche e fontane in marmo che un tempo decoravano le case pompeiane.

Tornando sui vostri passi, percorrete circa 100 metri verso sud fino all’estremità opposta del Foro, dove si trovano gli Edifici Municipali.

Edifici Municipali (Regio VIII – 3)

Gli Edifici Municipali di Pompei, situati sul lato meridionale del Foro, ospitavano gli organi amministrativi della città. Si tratta di tre strutture molto simili, destinate rispettivamente alla Curia, sede dei decurioni (una sorta di consiglieri comunali), alla sede dei duoviri, i massimi rappresentanti della città (paragonabili ai sindaci), e alla sede degli edili, responsabili della manutenzione urbana e dei servizi pubblici. Sebbene la funzione generale degli edifici sia chiara, vi sono ancora incertezze sulla loro precisa destinazione.

Perché visitare gli Edifici municipali

Visitare gli edifici municipali di Pompei permette di comprendere l’organizzazione politica e amministrativa della città romana. Questi edifici raccontano il funzionamento della vita pubblica e mostrano il ruolo centrale del Foro come centro decisionale della comunità.

Cosa ammirare negli Edifici municipali

  • Il pavimento in marmo della Curia, ancora visibile, e le nicchie che ospitavano statue onorarie.
  • Il podio nella sede dei duoviri, dove venivano custoditi gli archivi amministrativi.
  • L’architettura simmetrica delle tre strutture, che riflette l’ordine e l’organizzazione della città romana.
  • La posizione centrale nel Foro, che evidenzia l’importanza politica e amministrativa di questi edifici.

Proseguite verso ovest e imboccate il Vicolo di Championnet. Dopo pochi passi, troverete l’ingresso della Casa di Championnet.

Casa di Championnet (Regio VIII – 4)

La Casa di Championnet è un complesso residenziale di lusso situato a sud del Foro di Pompei. Caratterizzato da terrazze panoramiche affacciate sul golfo e da una struttura articolata su più livelli, il quartiere era abitato da ricchi aristocratici pompeiani. Recentemente restaurato grazie al Grande Progetto Pompei, include oltre 60 ambienti, con cucine, un panificio, un impianto termale privato e splendidi mosaici protetti da innovative coperture. Il percorso espositivo permette di esplorare anche la vicina Casa del Marinaio, nota per il suo mosaico navale.

Perché visitare la Casa di Championnet

Questo quartiere residenziale permette di comprendere lo stile di vita dell’aristocrazia pompeiana, con dimore sontuose e una posizione privilegiata. L’apertura recente e il restauro accurato offrono un’occasione unica per esplorare un’area a lungo interdetta al pubblico.

Cosa ammirare nella Casa di Championnet

  • Le terrazze panoramiche con vista sul golfo di Napoli
  • Gli ambienti sotterranei, tra cui una cucina e un panificio
  • I mosaici geometrici, protetti da moderne coperture
  • La Casa del Marinaio, con il mosaico raffigurante navi e un impianto termale privato
  • Il Cortile delle Murene, con una grande vasca per piscicoltura
  • I reperti esposti, tra cui anfore, utensili da cucina e frammenti di affreschi

Uscite di nuovo in Vicolo di Championnet e svoltate a destra su Via delle Scuole. Percorretela fino in fondo e troverete la Casa dei Mosaici Geometrici.

Casa dei Mosaici Geometrici (VIII – 5)

La Casa dei Mosaici Geometrici è una delle domus più grandi di Pompei, con oltre 60 ambienti disposti su terrazze panoramiche affacciate sulla Valle del Sarno. Risalente al II secolo a.C., la casa è il risultato della fusione di due abitazioni preesistenti, arricchite con un grande peristilio e un giardino porticato. Deve il suo nome ai pregevoli mosaici in bianco e nero che decorano i pavimenti con motivi geometrici. Dopo importanti restauri, la domus è stata riaperta al pubblico nel 2016 nell’ambito del Grande Progetto Pompei.

Perché visitare la Casa dei Mosaici Geometrici

Visitare la Casa dei Mosaici Geometrici permette di scoprire una delle dimore più sontuose di Pompei, espressione del lusso e del potere dell’aristocrazia cittadina. La sua posizione panoramica e la straordinaria decorazione pavimentale offrono un’esperienza unica per comprendere l’evoluzione dell’architettura domestica romana.

Cosa ammirare nella Casa dei Mosaici Geometrici

  • Mosaici geometrici con motivi a labirinto e a scacchiera in tessere bianche e nere.
  • Struttura scenografica con terrazze su più livelli affacciate sulla Valle del Sarno.
  • Atrio monumentale con impluvium e accesso al tablino e al grande peristilio.
  • Giardino porticato, realizzato con l’ampliamento della casa in epoca successiva.
  • Vista sulla cinta muraria e sul Foro, che testimonia la posizione privilegiata della domus.

Tornando indietro lungo Via delle Scuole, subito dopo l’incrocio con Via dell’Abbondanza, troverete il Portico della Concordia Augusta, affacciato sul Foro.

Portico della Concordia Augusta (Edificio di Eumachia) (Regio VII – 15)

L’Edificio di Eumachia è una delle strutture più imponenti del Foro di Pompei, costruita in epoca tiberiana per volere della sacerdotessa Eumachia. Destinato probabilmente al commercio della lana o come sede della corporazione dei fullones (lavandai), l’edificio presenta un’elegante architettura con colonne marmoree e decorazioni raffinate. Danneggiato dal terremoto del 62 d.C., era ancora in fase di restauro quando fu sepolto dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Oggi è un esempio di architettura pubblica di epoca imperiale.

Perché visitare l’Edificio di Eumachia

L’Edificio di Eumachia è un’importante testimonianza della vita economica di Pompei, offrendo uno sguardo sul ruolo delle corporazioni e del commercio locale. Inoltre, la sua costruzione da parte di una donna sottolinea l’influenza femminile nella società romana. Il sito è una tappa fondamentale per chi vuole comprendere la struttura urbana e commerciale dell’antica Pompei.

Cosa ammirare nell’Edificio di Eumachia

  • La facciata monumentale, decorata con rilievi in marmo raffiguranti tralci d’acanto e animali.
  • Il portico colonnato a doppio ordine, con colonne doriche e ioniche.
  • Le esedre, che ospitavano statue di Cesare, Augusto, Enea e Romolo.
  • Il corridoio laterale, rivestito in marmi colorati e utilizzato come magazzino.
  • La statua di Eumachia, un tempo collocata nell’edificio e oggi conservata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Proseguite verso nord, costeggiando l’Edificio di Eumachia, sulla destra del Foro, e visitate il Tempio del Genius Augusti.

Tempio del Genius Augusti (Regio VII – 14)

Il Tempio del Genius Augusti, noto anche come Tempio di Vespasiano, è un luogo di culto situato nel Foro di Pompei, dedicato al genio degli imperatori romani. La sua datazione è incerta: alcuni studiosi ritengono che risalga all’età augustea, mentre altri lo collocano in un periodo successivo. L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. lo seppellì prima che i lavori di completamento fossero ultimati. Scavato nel XIX secolo, oggi conserva un importante altare in marmo con un bassorilievo raffigurante un sacrificio.

Perché visitare il Tempio del Genius Augusti

Il Tempio del Genius Augusti è un esempio affascinante di architettura sacra romana, che riflette la devozione imperiale a Pompei. La sua posizione nel Foro lo rende una tappa obbligata per chi vuole comprendere il legame tra religione e potere politico nell’antica città. Inoltre, l’altare decorato con scene di sacrificio offre una rara testimonianza dei rituali pubblici dell’epoca.

Cosa ammirare nel Tempio del Genius Augusti

  • L’altare in marmo, con il bassorilievo del sacrificio di un toro.
  • Il cortile centrale, con resti di colonne e decorazioni architettoniche.
  • Le finestre cieche sulle pareti, sormontate da timpani triangolari e lunati.
  • Il podio del tempio, dove un tempo si ergeva la statua dell’imperatore.
  • Le stanze sul retro, usate probabilmente dai sacerdoti e dai mercanti.

Proseguendo verso nord, oltre il Tempio del Genius Augusti, troverete il Santuario dei Lari Pubblici.

Santuario dei Lari Pubblici (Regio VII – 13)

Il Santuario dei Lari Pubblici è un tempio romano probabilmente costruito dopo il terremoto del 62 d.C. per venerare le divinità protettrici della città. Alcuni studiosi ipotizzano che potesse essere dedicato al culto della famiglia imperiale o persino utilizzato come biblioteca pubblica, ma l’ipotesi più accreditata è che fosse un luogo di culto per i Lari. Al momento dell’eruzione del 79 d.C., il tempio era ancora in costruzione e fu sepolto sotto lapilli e cenere. Oggi, è uno dei siti più affascinanti di Pompei per comprendere il rapporto tra religione e vita pubblica nell’antica città.

Perché visitare il Santuario dei Lari Pubblici

Il Santuario dei Lari Pubblici rappresenta un esempio unico di culto pubblico a Pompei. La sua posizione strategica accanto al Tempio di Vespasiano e al Macellum dimostra l’importanza della religione nella vita politica ed economica della città. Osservando le sue strutture incomplete, è possibile immaginare il processo di costruzione e l’interruzione improvvisa causata dall’eruzione. La visita permette di approfondire il ruolo dei Lari nella religione romana e di ammirare le tecniche architettoniche dell’epoca.

Cosa ammirare nel Santuario dei Lari Pubblici

  • L’atrio centrale, con resti della pavimentazione in marmo e la base dell’altare sacrificale.
  • Le nicchie laterali, che probabilmente ospitavano statue di divinità o imperatori.
  • Il catino absidale, con la nicchia centrale e le colonne decorative.
  • Le tecniche costruttive visibili nelle mura in opera laterizia, incerta e reticolata.
  • Le basi delle colonne incompiute, che rivelano come il tempio fosse ancora in costruzione nel 79 d.C.

L’ultimo edificio che si affaccia sul Foro, dopo il Santuario dei Lari Pubblici, è il Macellum, che merita una visita.

Macellum (Regio VII – 12)

Il Macellum era il principale mercato alimentare di Pompei, situato nell’angolo nord-est del Foro. Costruito nel III secolo a.C. e rinnovato tra il 130 e il 120 a.C., subì vari restauri fino all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Al suo interno si trovavano botteghe che vendevano carne, pesce e prodotti alimentari, con un’area centrale coperta da una struttura lignea conica per la pulizia del pesce. Decorato con affreschi mitologici e statue della famiglia imperiale, il Macellum offre uno spaccato sulla vita commerciale e sociale dell’epoca romana.

Perché visitare il Macellum

Il Macellum di Pompei era il principale mercato alimentare della città e rappresenta una straordinaria testimonianza della vita quotidiana in epoca romana. Qui si svolgevano le compravendite di carne, pesce e generi alimentari, mostrando l’efficienza del commercio pompeiano. Inoltre, la presenza di affreschi e statue legate al culto imperiale sottolinea l’importanza politica e religiosa di questo spazio. Visitandolo, potrai immergerti nell’atmosfera di un mercato romano e scoprire come funzionava l’economia dell’epoca.

Cosa ammirare nel Macellum

  • Le botteghe (tabernae) lungo i lati nord e ovest, un tempo destinate alla vendita di cibo e profumi.
  • L’area centrale del mercato, con dodici basi in tufo che sostenevano una copertura lignea e una vasca per la pulizia del pesce.
  • Il bancone in marmo per la vendita della carne e del pesce, dotato di uno scarico per il deflusso delle acque.
  • Gli affreschi mitologici, tra cui le rappresentazioni di Ulisse e Penelope e Medea che medita di uccidere i figli.
  • Le statue della famiglia imperiale, che un tempo ornavano il santuario interno e oggi sono conservate al Museo Archeologico di Napoli.

Di fronte al Macellum, all’interno del Foro, si trova il Tempio di Giove.

Tempio di Giove (Regio VII – 8)

Il Tempio di Giove, situato nella parte nord del Foro di Pompei, fu costruito nel III secolo a.C. e divenne il principale luogo di culto cittadino. Dopo la conquista romana, fu dedicato alla Triade Capitolina (Giove, Giunone e Minerva). La struttura, rialzata su un alto podio con tre navate interne, era decorata con colonne corinzie e statue monumentali. Danneggiato dal terremoto del 62 d.C., era ancora in restauro quando l’eruzione del 79 lo seppellì. Gli scavi hanno riportato alla luce imponenti resti della cella e un grande altare nel Foro.

Perché visitare il Tempio di Giove

Il Tempio di Giove è uno dei simboli di Pompei e rappresenta l’importanza del Foro come centro religioso e politico della città. La sua posizione scenografica, con il Vesuvio sullo sfondo, lo rende una delle tappe più iconiche del sito archeologico.

Cosa ammirare nel Tempio di Giove

  • Il maestoso podio rialzato, accessibile tramite una scalinata.
  • Le colonne corinzie e i resti della cella templare.
  • Il grande altare posto in asse con il tempio nel Foro.
  • La vista spettacolare sul Vesuvio, che enfatizza il legame tra Pompei e la sua tragica fine.

Sul lato destro del Tempio di Giove, uscite su Via degli Augustali oltrepassando l’Arco di Nerone, quindi proseguite su Via del Foro in direzione nord. All’incrocio con Via della Fortuna, svoltate a destra e percorrete trenta metri, poi girate a sinistra in Vicolo del Fauno. Continuate per cinquanta metri fino a raggiungere, sulla destra, l’entrata della Casa del Fauno.

Casa del Fauno (Regio VI – 1)

La Casa del Fauno è una delle dimore più imponenti di Pompei, occupando un intero isolato con i suoi 3000 metri quadrati. Costruita nel III secolo a.C. e ampliata nel II secolo a.C., rappresentava una delle abitazioni più lussuose della città. Deve il suo nome alla statuetta in bronzo del fauno danzante ritrovata nell’impluvium dell’atrio. Oltre alle sue vaste dimensioni, la casa è celebre per il Mosaico della Battaglia di Isso, capolavoro artistico che ritrae lo scontro tra Alessandro Magno e Dario III. La struttura comprende due atri, due peristili, numerosi ambienti e perfino un quartiere termale privato.

Perché visitare la Casa del Fauno?

Questa domus permette di scoprire l’eleganza e la grandiosità della vita aristocratica romana a Pompei. Le sue dimensioni, i raffinati mosaici e le soluzioni architettoniche innovative ne fanno un esempio straordinario di abitazione patrizia dell’epoca repubblicana.

Cosa ammirare nella Casa del Fauno?

  • Statuetta del fauno danzante: collocata nell’impluvium dell’atrio, è il simbolo della casa e uno degli elementi più iconici di Pompei.
  • Mosaico della Battaglia di Isso: capolavoro artistico che ritrae lo scontro tra Alessandro Magno e Dario III, oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
  • Mosaici minori: raffigurazioni dettagliate di animali, nature morte e scene di vita quotidiana, che decorano diversi ambienti della domus.
  • Grande peristilio: circondato da un doppio ordine di colonne, rappresenta uno degli spazi più scenografici della casa.
  • Architettura e giochi prospettici: la disposizione degli ambienti crea un effetto visivo che esalta la maestosità della dimora, con ampie vedute dal tablino ai giardini interni.

Vuoi sapere di più sulla Casa del Fauno? Leggi il nostro articolo di approfondimento.

Dopo la visita alla Casa del Fauno, tornate su Vicolo del Fauno e proseguite verso nord. All’incrocio, svoltate a destra su Vicolo di Mercurio e continuate fino a girare a sinistra in Vicolo dei Vettii. Dopo pochi metri, sulla sinistra, troverete l’ingresso della Casa dei Vettii.

Casa dei Vettii (Regio VI – 11)

La Casa dei Vettii è una delle domus meglio conservate di Pompei, ricca di affreschi e decorazioni di grande pregio. Appartenuta ai fratelli Vettii, ricchi liberti dediti al commercio, la casa riflette il loro status sociale con ambienti lussuosi e simboli di prosperità. Il peristilio con le sue fontane e statue in bronzo, gli affreschi mitologici e il celebre Priapo nell’atrio sono elementi che rendono questa dimora un perfetto esempio di eleganza e raffinatezza dell’epoca romana.

Perché visitare la Casa dei Vettii?

Visitare la Casa dei Vettii significa immergersi nella vita di una famiglia benestante dell’antica Pompei, scoprendo il lusso e il gusto estetico dei liberti arricchiti. Grazie ai suoi affreschi perfettamente conservati, questa domus offre un viaggio nel mito e nella simbologia romana, evidenziando il ruolo dell’arte nella vita quotidiana.

Cosa ammirare nella Casa dei Vettii?

  • Gli affreschi mitologici con scene di Arianna e Teseo, Dedalo e Pasifae, e il supplizio di Penteo.
  • Il mosaico di Priapo nel vestibolo, simbolo di fertilità e prosperità.
  • Il peristilio con le sue colonne, vasche e statue in bronzo che fungevano da fontane.
  • Il triclinio e gli oeci con decorazioni raffinate, tra cui amorini intenti in giochi e mestieri.
  • La cucina e il larario, testimonianze della vita domestica romana.

Usciti dalla Casa dei Vettii su Vicolo dei Vettii, di fronte troverete la Casa degli Amorini Dorati.

Casa degli Armorini Dorati (Regio VI – 12)

La Casa degli Amorini Dorati è una delle dimore più eleganti di Pompei databile tra il III e il II secolo a.C. Il nome deriva da una decorazione ritrovata in un cubicolo, composta da lamine d’oro raffiguranti amorini incastonate in dischetti di vetro. La domus apparteneva probabilmente alla gens Poppeae, famiglia legata all’imperatore Nerone. Al suo interno si trovano affreschi di grande valore artistico, mosaici raffinati, un giardino decorato con statue e maschere teatrali, oltre ad ambienti destinati al culto, tra cui un sacello dedicato alle divinità egizie.

Perché visitare la Casa degli Amorini Dorati

Questa domus rappresenta un magnifico esempio di residenza aristocratica dell’età imperiale, con una fusione tra arte, religione e cultura. Le sue decorazioni di pregio, i mosaici e le stanze dedicate sia alla vita privata che ai culti domestici ed egizi, offrono una visione completa della ricchezza e dei gusti raffinati dell’epoca. La presenza di affreschi mitologici e l’uso di simboli apotropaici rendono questa casa un vero gioiello dell’archeologia pompeiana.

Cosa ammirare nella Casa degli Amorini Dorati

  • L’atrio e il tablino, con mosaici e affreschi raffiguranti l’incontro tra Paride ed Elena.
  • Il salone principale, decorato con mosaici e affreschi di Achille, Patroclo e Briseide, con vista su un giardino arricchito da statue e colonne.
  • Le decorazioni dorate che danno il nome alla casa, realizzate con amorini incisi su lamine d’oro incastonate nel vetro.
  • Le aree sacre, con un’edicola dedicata al culto domestico e un sacello dedicato a divinità egizie come Iside, Anubi, Arpocrate e Serapide.
  • La stanza dalle pareti gialle, probabilmente dedicata alle donne, accessibile attraverso un corridoio che fungeva da spazio espositivo con una statua di Venere.

Uscite su Vicolo dei Vettii e procedete verso sud fino a svoltare a sinistra in Vicolo di Mercurio. Proseguite verso est, poi girate a destra in Via del Vesuvio. Continuate in direzione sud ed entrate in Via Stabiana. Dopo circa 90 metri, sulla sinistra, troverete l’ingresso della Casa di Marco Lucrezio.

Casa di Marco Lucrezio (Regio IX – 1)

La Casa di Marco Lucrezio, conosciuta anche come Casa delle Suonatrici, è una raffinata domus di Pompei, situata su Via Stabiana. Scavata tra il 1846 e il 1847, la sua struttura risale al II secolo a.C. ed è caratterizzata da splendidi affreschi in Quarto Stile e da un elegante giardino con una fontana decorata. La casa appartenne probabilmente a Marco Lucrezio, decurione di Pompei e sacerdote di Marte. Tra le sue stanze si trovano magnifiche decorazioni mitologiche, mosaici pregiati e una lettera dipinta che ha permesso di identificarne il proprietario.

Perché visitare la Casa di Marco Lucrezio

Questa domus è un esempio straordinario della raffinatezza raggiunta dalle abitazioni private di Pompei nell’età imperiale. La ricchezza degli affreschi e dei mosaici, unita alla bellezza del giardino con la fontana marmorea, permette di immergersi nella vita di una famiglia dell’alta società pompeiana. Inoltre, la presenza di un quadretto con una lettera dipinta rende la visita ancora più affascinante, poiché collega direttamente l’edificio alla figura storica di Marco Lucrezio.

Cosa ammirare nella Casa di Marco Lucrezio

  • Gli affreschi in Quarto Stile con scene mitologiche, tra cui Narciso e Cupido, Venere pescatrice e il Trionfo di Bacco.
  • I pavimenti in mosaico, in particolare quello in opus sectile del tablino e i raffinati motivi in bianco e nero del triclinio.
  • La fontana del giardino, decorata con un mosaico nella nicchia e adornata da una statua di Sileno con un otre.
  • Il cubicolo delle suonatrici, con l’affresco da cui la casa prese il primo nome, raffigurante un gruppo di donne che suonano strumenti musicali.
  • La lettera dipinta, un dettaglio unico che ha permesso di attribuire la casa a Marco Lucrezio, decurione di Pompei e sacerdote di Marte.
  • Le decorazioni dedicate ai culti domestici e ai culti egizi, con raffigurazioni di divinità come Iside, Anubi e Serapide.

Questa casa, con la sua perfetta combinazione di lusso e vita quotidiana, è una tappa imprescindibile per comprendere l’arte e la società dell’antica Pompei.

Terminata la visita alla Casa di Marco Lucrezio, uscite su Via Stabiana e proseguite fino all’incrocio con Via dell’Abbondanza, quindi girate a destra. Dopo pochi metri, sulla destra, troverete l’ingresso alle Terme Stabiane.

Terme Stabiane (Regio VII – 16)

Le Terme Stabiane rappresentano uno dei complessi termali più antichi di Pompei, risalente al IV-III secolo a.C. Situate lungo la Via Stabiana, vennero ampliate nel II secolo a.C. e subirono restauri fino all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Il complesso comprende una palestra trapezoidale con piscina, due sezioni separate per uomini e donne e ambienti termali tipici dell’epoca romana, come il frigidarium, tepidarium e calidarium, riscaldati da un avanzato sistema di ipocausto.

Perché visitare le Terme Stabiane?

Visitare questo complesso termale offre un’immersione nella cultura del benessere e dell’igiene nell’antica Roma. Le terme erano un luogo di socialità e relax, permettendo ai visitatori di comprendere meglio la quotidianità dei pompeiani e il sofisticato sistema di riscaldamento utilizzato.

Cosa ammirare nelle Terme Stabiane?

  • La palestra e la piscina, luoghi di allenamento e relax.
  • Gli ambienti termali, con le loro stanze a temperatura progressiva.
  • Il sistema di ipocausto, un ingegnoso meccanismo di riscaldamento.
  • Le decorazioni e gli stucchi, ben conservati nella sezione femminile.

Vuoi sapere di più sulle Terme Stabiane? Leggi il nostro articolo di approfondimento.

Uscendo dalle Terme Stabiane, se vi trovate su Via dell’Abbondanza, proseguite verso ovest per pochi metri, quindi svoltate a destra in Vicolo del Lupanare. Se invece uscite direttamente su Vicolo del Lupanare, proseguite a destra in direzione nord per circa cinquanta metri, dove, sulla destra, troverete l’ingresso della Casa di Sirico.

Casa di Sirico (Regio VII – 17)

La Casa di Sirico è una sontuosa dimora pompeiana appartenuta alla classe politica e commerciale della città. Il nome del proprietario, Publius Vedius Siricus, è noto grazie al rinvenimento di un anello-sigillo in bronzo. La casa, frutto dell’unione di due edifici, presentava decorazioni raffinate ispirate alla mitologia e un’esedra per banchetti. Un famoso affresco della dimora raffigura Enea ferito, curato dal medico Japix, e dimostra la conoscenza dell’arte medica a Pompei.

Perché visitare la Casa di Sirico

Visitare la Casa di Sirico permette di scoprire il lusso e il prestigio delle élite di Pompei. La dimora, con i suoi splendidi affreschi e il raffinato apparato decorativo, offre uno spaccato sulla vita sociale e culturale dell’epoca, mostrando come i potenti dell’antica città usassero l’arte e l’architettura per affermare il proprio status.

Cosa ammirare nella Casa di Sirico

  • L’iscrizione sull’ingresso “SALVE LUCRU” (Benvenuto, denaro!), segno della mentalità commerciale del proprietario.
  • L’esedra con raffinati affreschi mitologici, tra cui Eracle alla corte di Onfale e la costruzione delle mura di Troia.
  • Il pregiato pavimento in opus sectile.
  • I due peristili con pergolati, simbolo di ricchezza e luogo di ristoro estivo per i convitati.
  • Il celebre affresco di Enea ferito curato dal medico Japix, è oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Proseguite per pochi metri verso nord e troverete, sulla sinistra, il famoso Lupanare.

Lupanare (Regio VII – 18)

Il Lupanare di Pompei è il più celebre bordello dell’antica città, testimone di una realtà sociale spesso trascurata. Costruito su due livelli, era organizzato in piccole stanze con letti in muratura e decorato con affreschi espliciti che servivano da “catalogo” per i clienti. I graffiti lasciati dai visitatori offrono una vivida testimonianza della vita quotidiana e delle abitudini sessuali dell’epoca. Questo luogo fornisce un’inedita prospettiva sulla società pompeiana, inclusa la condizione delle prostitute, spesso schiave.

Perché visitare il Lupanare?

Il Lupanare permette di esplorare un aspetto autentico e spesso ignorato della vita romana. La sua visita aiuta a comprendere meglio la mentalità dell’epoca, il ruolo della prostituzione nell’economia e il modo in cui la sessualità era vissuta e regolamentata nella società romana.

Cosa ammirare nel Lupanare?

  • Affreschi erotici: dipinti sulle pareti, raffigurano scene sessuali ed erano utilizzati come una sorta di “catalogo” dei servizi offerti.
  • Piccole stanze (cubicula): ciascuna dotata di un letto in pietra, che rappresenta l’arredo essenziale del luogo.
  • Graffiti antichi: incisioni lasciate dai clienti e dalle prostitute, contenenti nomi, battute ironiche e riferimenti all’attività del bordello.
  • Struttura su due livelli: il piano inferiore era destinato alla clientela comune, mentre il superiore probabilmente ospitava clienti più facoltosi o le stesse lavoratrici.

Vuoi sapere di più sul Lupanare? Leggi il nostro articolo di approfondimento.

Usciti dal Lupanare, imboccate il Vicolo del Balcone Pensile e percorretelo fino a raggiungere il Vicolo della Maschera, dove dovrete svoltare a sinistra. Proseguite fino a Via dell’Abbondanza, quindi girate a sinistra in direzione est. Dopo circa 100 metri, svoltate a destra in Via dei Teatri e percorretela per circa 90 metri, fino a raggiungere il Foro Triangolare sulla sinistra.

Il Foro Triangolare (Regio VIII – 8)

Il Foro Triangolare di Pompei è una piazza monumentale di epoca romana, situata nella parte meridionale della città. Costruito nel II secolo a.C., era destinato alle corse equestri e come luogo di ritrovo prima degli spettacoli nei vicini teatri. Circondato su tre lati da un colonnato dorico, presenta un ingresso monumentale con propileo ionico e ospita importanti strutture sacre, come il Tempio Dorico e un thòlos costruito attorno a un pozzo sacro. Il Foro offriva anche viste panoramiche ed era collegato al Teatro Grande, all’Odeion e alla Palestra Sannitica.

Perché visitare il Foro Triangolare

Il Foro Triangolare rappresenta uno dei complessi più suggestivi di Pompei, sia per la sua posizione panoramica, sia per l’importanza religiosa e sociale che rivestiva nella città antica. Permette di comprendere l’organizzazione urbanistica e il legame tra spazi sacri e luoghi di intrattenimento. Inoltre, è uno dei rari esempi di fori con pianta non rettangolare, offrendo un’interessante variazione rispetto alla tipica architettura romana.

Cosa ammirare nel Foro Triangolare

  • Il colonnato dorico che circonda la piazza su tre lati, con le sue 95 colonne longilinee.
  • Il propileo d’ingresso, con sei colonne ioniche e una doppia porta.
  • Il Tempio Dorico, un importante edificio sacro, probabilmente dedicato ad Atena o Ercole.
  • Il thòlos, costruito attorno a un pozzo sacro, con un tetto conico sostenuto da sette colonne doriche.
  • I tre altari in tufo, utilizzati per sacrifici e cerimonie religiose.
  • La meridiana romana, testimone dell’avanzata conoscenza astronomica dell’epoca.
  • Le aperture sul lato est, che collegavano il Foro ai teatri e alla Palestra Sannitica.

Il Foro Triangolare è una tappa imperdibile per chi vuole scoprire la vita pubblica e religiosa di Pompei in un contesto architettonico unico e affascinante.

Dal Foro Triangolare potrete godere di una splendida vista sul Teatro Grande, affiancato dall’Odeion (Teatro Piccolo) e, poco più in là, sulla destra, dal Quadriportico dei Teatri. Di seguito troverete le schede descrittive di questi tre luoghi. Tuttavia, l’itinerario di 5 ore non prevede una visita approfondita di ciascuno, ma se desiderate prolungare il percorso, potrete comunque esplorarli.

Teatro Grande (Regio VIII – 10)

Il Teatro Grande di Pompei è una delle strutture più impressionanti dell’antica città, testimone della vivace vita culturale pompeiana. Costruito in epoca sannitica e ampliato dai Romani, il teatro poteva ospitare fino a 5.000 spettatori, dimostrando l’importanza dell’intrattenimento e della socialità nella società antica. Qui si svolgevano rappresentazioni di commedie, tragedie e mimi, attirando cittadini di ogni classe sociale. Oggi il Teatro Grande è un luogo affascinante, dove si può ancora percepire l’atmosfera degli spettacoli di duemila anni fa.

Perché visitare il Teatro Grande di Pompei

Visitare il Teatro Grande permette di immergersi nella cultura e nella vita sociale dell’antica Pompei, comprendendo il ruolo fondamentale che il teatro aveva per la comunità. La grandezza dell’edificio e la sua capacità di accogliere un pubblico numeroso mostrano l’importanza delle rappresentazioni nella vita quotidiana, trasformando il teatro in un punto d’incontro per la città.

Cosa ammirare nel Teatro Grande di Pompei

  • Le gradinate semicircolari, disposte in modo da garantire un’ottima visuale agli spettatori.
  • L’acustica eccezionale, ancora oggi sperimentabile parlando dal centro della scena.
  • L’architettura romana, con la cavea suddivisa in settori per le diverse classi sociali.
  • La suggestione storica, sedendosi sugli spalti e immaginando gli antichi spettacoli che animavano la città.

Un’esperienza imperdibile per comprendere il fascino e la vivacità della Pompei di duemila anni fa.

Odeion o Teatro Piccolo (Regio VIII – 12)

Il Teatro Piccolo, noto anche come Odeion, è una struttura teatrale di epoca romana, costruita tra l’80 e il 75 a.C. grazie al finanziamento di due magistrati romani. Questo piccolo teatro coperto era destinato a spettacoli musicali e declamazioni di poesie, offrendo un’acustica eccellente grazie alla sua architettura. Con una capacità di circa 1.300 spettatori, il teatro presenta decorazioni in marmo e affreschi in secondo stile. Riportato alla luce nel XIX secolo, rappresenta un’importante testimonianza della vita culturale di Pompei.

Perché visitare il Teatro Piccolo di Pompei

Il Teatro Piccolo è un luogo perfetto per scoprire il lato più intimo e raffinato dell’intrattenimento pompeiano, riservato a spettacoli che richiedevano un’acustica eccezionale, come concerti e recitazioni. La struttura conserva ancora dettagli architettonici e decorativi che permettono di immaginare l’atmosfera di questi eventi esclusivi.

Cosa ammirare nel Teatro Piccolo di Pompei

  • L’orchestra in marmo colorato, donata in epoca augustea.
  • I telamoni inginocchiati in tufo, elementi scultorei tipici dell’arte ellenistica.
  • Le gradinate in tufo con cavità posteriori, pensate per il massimo comfort degli spettatori.
  • La raffinata acustica, che rendeva il teatro ideale per spettacoli musicali e declamazioni.
  • Le balaustre decorate con zampe di grifo alate, simboli di potenza e protezione.

Un piccolo gioiello di Pompei che offre un’esperienza immersiva nella cultura teatrale romana.

Vuoi saperne di più sul Teatro Grande e l’Odeion? Leggi il nostro articolo di approfondimento.

Quadriportico dei Teatri (Regio VIII – 11)

Il Quadriportico dei Teatri, noto anche come Caserma dei Gladiatori, è un’imponente struttura di epoca romana situata a Pompei. Inizialmente costruito nel I secolo a.C. come foyer per gli spettatori dei teatri, divenne una scuola per gladiatori dopo il terremoto del 62 d.C. Tuttavia, l’eruzione del Vesuvio nel 79 lo seppellì prima che i lavori di ristrutturazione fossero completati. Gli scavi borbonici hanno riportato alla luce questa affascinante testimonianza dell’arte gladiatoria, dove furono rinvenuti elmi, spade decorate e scheletri di combattenti.

Perché visitare il Quadriportico dei Teatri

Il Quadriportico dei Teatri offre un’interessante prospettiva su due aspetti cruciali della società pompeiana: lo spettacolo teatrale e l’addestramento gladiatorio. Questo spazio rappresenta un’evoluzione nell’uso degli edifici pubblici, trasformandosi da luogo di ritrovo per gli spettatori a una vera e propria caserma per gladiatori.

Cosa ammirare nel Quadriportico dei Teatri

  • Il colonnato dorico con 74 colonne in tufo, che delimita il grande cortile centrale.
  • Le stanze dei gladiatori, piccole celle costruite dopo il terremoto del 62 d.C.
  • L’architettura originaria del quadriportico, con i suoi accessi ai teatri e la scalinata che conduceva al Foro Triangolare.

Dal Foro Triangolare tornate verso nord-est fino a raggiungere Via del Tempio di Iside. Percorretela in direzione est per circa cinquanta metri e troverete il tempio sulla destra.

Tempio di Iside (Regio VIII – 14)

Il Tempio di Iside a Pompei è uno degli edifici più affascinanti della città sepolta dal Vesuvio nel 79 d.C. Costruito nel II secolo a.C. e ricostruito dopo il terremoto del 62 d.C., era un centro di culto dedicato alla dea egizia Iside, molto venerata nell’antichità. Oltre alla struttura principale con la cella del tempio, il complesso includeva altari sacrificali, un’edicola per l’acqua sacra e un’area per banchetti rituali. Riccamente decorato con affreschi e rilievi a tema egizio, è stato uno dei primi edifici scavati a Pompei nel XVIII secolo, suscitando grande interesse in tutta Europa.

Perché visitare il Tempio di Iside?

Il Tempio di Iside offre un raro esempio del sincretismo religioso tra la cultura romana ed egizia, testimoniando la diffusione dei culti orientali a Pompei. La sua eccellente conservazione permette di apprezzare l’arte sacra dell’epoca, mentre la sua storia è legata a figure celebri come Mozart, che vi trasse ispirazione per Il Flauto Magico.

Cosa ammirare nel Tempio di Iside?

  • L’architettura: un tempio su alto podio con cella centrale, preceduto da un pronao e da un cortile porticato.
  • Gli affreschi nilotici: decorazioni che rievocano l’Egitto, con immagini di sacerdoti, paesaggi esotici e battaglie navali.
  • L’edicola dell’acqua sacra: utilizzata per riti purificatori, con raffigurazioni di Arpocrate e sacerdotesse egizie.
  • L’ekklesiasterion: l’ambiente per le riunioni e i banchetti sacri, con pavimenti in mosaico e affreschi di santuari egizi.
  • L’altare sacrificale: dove furono ritrovati resti di sacrifici, testimonianza delle cerimonie religiose dell’epoca.

Proseguite su Via del Tempio di Iside in direzione est e, all’incrocio, continuate dritto su Vicolo del Menandro. Dopo circa cento metri, sulla destra, troverete l’ingresso della Casa del Menandro.

Casa del Menandro (Regio I – 7)

La Casa del Menandro è una sontuosa domus pompeiana di circa 1800 m², un esempio perfetto di residenza appartenente a una famiglia benestante dell’antica Pompei. Scavata tra il 1926 e il 1932, la casa prende il nome da un affresco raffigurante il poeta greco Menandro. L’abitazione ha subito diverse modifiche nel tempo, con l’aggiunta di un peristilio e di terme private. Particolarmente significativo è il ritrovamento di un “tesoro” di oggetti in argento e monete, nascosto durante i restauri prima dell’eruzione del Vesuvio.

Perché visitare la Casa del Menandro

La Casa del Menandro è una delle domus meglio conservate di Pompei e permette di comprendere la vita quotidiana dell’élite romana. L’eleganza delle decorazioni e la presenza di terme private testimoniano il lusso e il prestigio di questa abitazione, offrendo una finestra unica sulla società pompeiana.

Cosa ammirare nella Casa del Menandro

  • L’atrio: uno degli ambienti più antichi della casa, costruito intorno al 250 a.C.
  • Il peristilio: un ampio cortile porticato aggiunto in epoca augustea.
  • Le pitture del quarto stile: tra cui l’affresco di Menandro, che dà il nome alla domus.
  • Il mosaico del calidarium: con una raffigurazione di acanto circondato da pesci e delfini.

Proprio di fronte alla Casa del Menandro, sempre nel Vicolo del Menandro, si trova la Casa del Criptoportico, che merita di sicuro una visita.

Casa del Criptoportico (Regio I – 5)

La Casa del Criptoportico, situata in una zona centrale di Pompei, è una residenza di lusso costruita su due livelli, caratterizzata dalla presenza di un elegante criptoportico con affreschi ispirati all’Iliade, un complesso termale privato e un ampio oecus con decorazioni dionisiache. L’abitazione, originariamente annessa alla Casa del Sacello Iliaco, venne separata dopo il terremoto del 62 d.C. e subì importanti trasformazioni. Nel 1914 furono ritrovati i resti di diverse vittime dell’eruzione. La domus è un raro esempio di residenza urbana dotata di strutture tipiche delle ville suburbane.

Perché visitare la Casa del Criptoportico?

La Casa del Criptoportico è un’eccezionale testimonianza della ricchezza e del gusto estetico dei suoi proprietari. La presenza di un criptoportico decorato con scene mitologiche e un complesso termale privato la rende unica tra le domus pompeiane. Inoltre, visitandola, si può comprendere come la vita dei suoi abitanti fu drammaticamente interrotta dall’eruzione del Vesuvio, testimoniata dai calchi delle vittime ritrovati nel giardino.

Cosa ammirare nella Casa del Criptoportico?

  • Il criptoportico: un elegante corridoio sotterraneo decorato con affreschi che raffigurano scene tratte dall’Iliade, testimonianza dell’alta cultura della famiglia.
  • Le terme private: rare nelle case urbane di Pompei, presentano affreschi di Secondo Stile e raffinati mosaici.
  • L’oecus con mosaico: una grande sala di soggiorno con decorazioni ispirate al mondo dionisiaco.
  • Il triclinio estivo: una sala da banchetto con pareti dipinte di rosso e motivi vegetali.

Usciti nel Vicolo del Menandro, proseguite per pochi metri verso est, poi svoltate a sinistra in Vicolo di Paquius Proculus. Camminate in direzione nord per circa 60 metri fino a raggiungere Via dell’Abbondanza. Girate a sinistra e, dopo 30 metri, troverete sulla sinistra l’ingresso della Fullonica di Stephanus.

Fullonica di Stephanus (Regio I – 3)

La Fullonica di Stephanus è una lavanderia di epoca romana situata su Via dell’Abbondanza a Pompei. Ricavata dalla trasformazione di un’abitazione poco prima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., è la meglio conservata tra le fulloniche ritrovate nella città. L’edificio era dotato di vasche per il lavaggio dei tessuti, un tetto piano per l’asciugatura e un torchio per la stiratura. Al suo interno furono ritrovati un corpo e una somma di denaro, forse appartenenti al proprietario Stephanus.

Perché visitare la Fullonica di Stephanus

La fullonica offre uno spaccato unico sulle tecniche di lavorazione e pulizia dei tessuti nell’antica Pompei. Permette di comprendere come funzionavano le attività commerciali e l’importanza delle lavanderie nell’economia della città.

Cosa ammirare nella Fullonica di Stephanus

  • Le vasche comunicanti e i bacini pestatoi per il lavaggio dei tessuti.
  • Il torchio per la stiratura dei panni.
  • L’atrio con il vecchio impluvium trasformato in vasca di lavoro.
  • Le decorazioni in quarto stile con figure femminili alate che rappresentano le Stagioni.
  • La cucina con vasellame e strumenti ritrovati durante gli scavi.
  • Il giardino con il peristilio riadattato per l’asciugatura dei panni.

Proseguite su Via dell’Abbondanza e, subito dopo l’incrocio con Vicolo di Paquius Proculus, troverete sulla vostra destra l’ingresso della Casa di Paquius Proculus.

Casa di Paquius Proculus (Regio I – 8)

La Casa di Paquius Proculus, situata su Via dell’Abbondanza, è una delle abitazioni più rappresentative della borghesia pompeiana. Risalente al II secolo a.C., si distingue per il suo straordinario mosaico pavimentale, tra i più estesi e meglio conservati di Pompei, che raffigura animali simbolici. L’abitazione presenta un peristilio con giardino, una vasca marmorea e affreschi decorativi, tra cui una scena nilotica nel triclinio. Attribuita al duoviro Paquius Proculus, in realtà la celebre raffigurazione della coppia pompeiana potrebbe invece ritrarre Terentius Neo e sua moglie.

Perché visitare la Casa di Paquius Proculus?

Questa dimora offre una finestra sulla vita sociale ed economica della classe media pompeiana. Il suo sontuoso mosaico, gli affreschi raffinati e la perfetta organizzazione degli spazi mostrano il desiderio di status e ricchezza di una famiglia benestante. Inoltre, la connessione con la famosa immagine della coppia pompeiana rende la visita ancora più suggestiva.

Cosa ammirare nella Casa di Paquius Proculus?

  • Il mosaico del cane alla catena, un monito contro i ladri, situato all’ingresso.
  • Il pavimento dell’atrio, decorato con figure geometriche e animali simbolici.
  • Il peristilio con giardino, con una vasca marmorea e colonne che sorreggevano un pergolato.
  • Gli affreschi del triclinio, in particolare la suggestiva scena nilotica con Pigmei intenti a pescare.
  • L’iconica raffigurazione della coppia pompeiana, conservata al Museo Archeologico di Napoli, che offre un affascinante sguardo sulla società pompeiana del I secolo d.C.

Proseguite lungo Via dell’Abbondanza per circa cento metri. Sulla destra troverete l’ingresso alla Casa del Frutteto.

Casa del Frutteto (Regio I – 13)

La Casa del Frutteto, nota anche come Casa dei Cubicoli Floreali o Casa di Euplia, è una piccola ma affascinante domus di Pompei, celebre per i suoi straordinari affreschi di giardini. A differenza di altre residenze, qui la pittura di giardino non è nelle sale di rappresentanza ma nei cubicoli privati, creando un’atmosfera immersiva. Le decorazioni raffigurano piante, uccelli e motivi egittizzanti, suggerendo una possibile devozione alla dea Iside. Il giardino, sia reale che dipinto, amplifica il senso di spazio e armonia.

Perché visitare la Casa del Frutteto?

Questa domus offre un raro esempio di pittura di giardino applicata agli spazi privati, trasportando il visitatore in un mondo di colori e natura. La presenza di elementi egittizzanti aggiunge un tocco esotico e mistico, rendendola unica rispetto ad altre abitazioni di Pompei. La casa è perfetta per chi è affascinato dall’arte, dalla botanica e dai culti religiosi antichi.

Cosa ammirare nella Casa del Frutteto?

  • Affreschi di giardino nei cubicoli, con piante come limoni, alloro e corbezzoli, oltre a uccelli in volo.
  • Il simbolismo egizio, con raffigurazioni di Iside, Dioniso e statue egizie immerse nella vegetazione.
  • Il cubicolo nero, che presenta decorazioni legate al culto isiaco e un’immagine di Dioniso su una pantera.
  • Il triclinium dipinto su fondo nero, con scene mitologiche e architetture immaginarie.
  • Il giardino reale, con un triclinio estivo, spazio verde che amplifica l’atmosfera rilassante della dimora.

Proseguendo per circa 160 metri verso est lungo Via dell’Abbondanza, troverete sulla destra il Vicolo di Octavius Quartio. Subito dopo, sulla stessa Via dell’Abbondanza, si trova l’ingresso della Casa di Octavius Quartio.

Casa di Octavius Quartio (Regio II – 1)

La Casa di Octavius Quartio, situata lungo Via dell’Abbondanza, è una delle dimore più affascinanti di Pompei. Presenta un ampio giardino con un suggestivo canale a forma di “T”, probabilmente utilizzato per riti ispirati al culto di Iside. Gli ambienti interni sono decorati con affreschi raffinati di IV stile, tra cui scene mitologiche di Narciso, Piramo e Tisbe. Un sigillo in bronzo ha permesso di identificare il proprietario come Decimus Octavius Quartio. La casa offre un raro esempio di fusione tra elementi romani ed egizi, testimoniando la diffusione del culto isiaco a Pompei.

Perché visitare la Casa di Octavius Quartio?

Questa dimora permette di immergersi nell’atmosfera sofisticata e multiculturale di Pompei. Il suo vasto giardino, il canale che richiama la piena del Nilo e le numerose statuette egizie riflettono l’influenza della religione isiaca nella città romana. Inoltre, i suoi affreschi raffinati raccontano miti legati all’amore e alla metamorfosi, offrendo una testimonianza artistica di altissimo livello.

Cosa ammirare nella Casa di Octavius Quartio?

  • Il giardino monumentale, con un lungo canale artificiale a forma di “T”, simbolo di fertilità e legato al culto egizio.
  • Gli affreschi mitologici, tra cui quelli di Narciso alla fonte e del suicidio di Piramo e Tisbe, ispirati alla letteratura classica.
  • Le decorazioni a tema troiano, con Ercole e la spedizione contro Laomedonte.
  • Le influenze egizie, evidenti nelle statuette di divinità come Iside e nelle pitture di sacerdoti isiaci.
  • L’edicola sacra e il ninfeo, da cui originava il canale, un luogo destinato ai riti religiosi e ai banchetti all’aperto.

Questa casa è un vero gioiello dell’archeologia pompeiana, che unisce arte, architettura e spiritualità in un unico straordinario spazio.

Proseguendo per circa quaranta metri oltre la Casa di Octavius Quartio, sempre lungo Via dell’Abbondanza, troverete sulla destra l’ingresso alla Casa della Venere in Conchiglia, una tappa che vi consigliamo di visitare.

Casa della Venere in Conchiglia (Regio II – 2)

La Casa della Venere in Conchiglia è una lussuosa dimora di Pompei situata lungo Via dell’Abbondanza, riportata alla luce nel 1952. Deve il suo nome al celebre affresco della dea Venere, raffigurata distesa su una conchiglia bianca trasportata dalle onde, circondata da amorini e simboli naturali. L’ambiente più suggestivo della casa è il peristilio, ornato da colonne dipinte e da affreschi che richiamano un giardino rigoglioso. La dimora, probabilmente appartenuta alla famiglia Satrii, rappresenta un perfetto esempio di casa aristocratica romana con spazi raffinati e un’imponente decorazione pittorica.

Perché visitare la Casa della Venere in Conchiglia?

La Casa della Venere in Conchiglia è un capolavoro dell’arte pompeiana, con uno degli affreschi più iconici dell’intero sito archeologico. La raffigurazione di Venere, protettrice di Pompei, non solo testimonia il culto della dea nella città, ma offre anche un’idea della raffinatezza estetica e simbolica delle abitazioni aristocratiche dell’epoca. La disposizione della casa, con il giardino e le decorazioni ispirate alla natura e al mito, permette di immergersi nella vita quotidiana di una famiglia benestante di Pompei prima dell’eruzione.

Cosa ammirare nella Casa della Venere in Conchiglia?

  • L’affresco della Venere in Conchiglia, dove la dea è rappresentata su una conchiglia bianca, circondata da amorini e da un paesaggio marino.
  • Il peristilio colonnato, decorato con pitture di giardini, fontane e alberi, che crea un effetto di continuità tra interno ed esterno.
  • Gli affreschi di Marte e della fontana con uccelli, che incorniciano la scena centrale e rafforzano il legame con la natura e la mitologia.
  • L’architettura della casa, con l’atrio, il tablino e il triclinio, che raccontano la vita sociale e privata dei suoi abitanti.

Usciti dalla Casa della Venere in Conchiglia, proseguite verso est lungo Via dell’Abbondanza. Dopo pochi metri, svoltate a destra in Vicolo di Giulia Felice e percorretelo fino all’incrocio con Via di Castricio. Qui girate a sinistra e continuate per circa 50 metri, fino a trovare l’ingresso delle Praedia di Giulia Felice sulla sinistra.

Praedia di Giulia Felice (Regio II – 3)

Le Praedia di Giulia Felice rappresentano un raro esempio di “villa urbana” a Pompei, con una struttura che unisce lusso e funzionalità. Dopo il terremoto del 62 d.C., la proprietaria affittò parte della casa, incluse botteghe e bagni privati, per rispondere alla crisi abitativa. L’abitazione, con il suo elegante giardino arricchito da un canale d’acqua (euripo), colonnati marmorei e un raffinato impianto termale, offre un’immersione nella vita di una donna d’affari dell’epoca romana.

Perché visitare le Praedia di Giulia Felice

Questa villa permette di scoprire un aspetto inedito di Pompei: la capacità di adattarsi ai cambiamenti sociali ed economici dopo il terremoto del 62 d.C. Giulia Felice fu una delle poche donne imprenditrici dell’epoca e la sua dimora mostra il connubio tra lusso e attività commerciale, testimoniando la vivacità economica della città.

Cosa ammirare nelle Praedia di Giulia Felice

  • L’euripo, il suggestivo canale d’acqua che attraversa il giardino, circondato da un porticato con colonne quadrangolari rivestite in marmo.
  • Gli affreschi, con scene di vita quotidiana e mitologica, alcuni conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
  • L’impianto termale privato, reso pubblico dopo il terremoto, con bagni elegantemente decorati.
  • Il triclinio estivo, con letti in marmo e una fontana a cascata, luogo di banchetti e incontri.

Vuoi sapere di più sulla Praedia di Giulia Felice? Leggi il nostro articolo di approfondimento.

Terminata la visita alla Praedia di Giulia Felice, uscite su Via di Castricio e proseguite verso sud lungo Piazzale Anfiteatro.

Se desiderate concludere la vostra visita, potete dirigervi direttamente verso l’uscita continuando in questa direzione.

Se invece avete ancora un po’ di tempo, prima di uscire potete visitare la Palestra Grande, situata a ovest, di cui trovate la scheda descrittiva qui di seguito. L’Anfiteatro, con le sue imponenti mura visibili a ovest lungo Piazza Anfiteatro, è incluso nel nostro itinerario di sette ore.

Palestra Grande (Regio II – 6)

La Palestra Grande di Pompei, costruita alla fine del I secolo a.C., era il principale impianto ginnico della città e un punto di riferimento per i giovani associati ai collegia iuvenum voluti da Augusto. Danneggiata dal terremoto del 62 d.C., fu restaurata ma non completata prima dell’eruzione del Vesuvio. La struttura è caratterizzata da un vasto porticato con colonne, una grande piscina centrale e graffiti che raccontano storie di vita quotidiana. Oggi è un luogo imperdibile per comprendere l’educazione fisica e la vita sociale nell’antica Pompei.

Perché visitare la Palestra Grande?

Questo spazio era il fulcro delle attività sportive e educative di Pompei, rappresentando un importante centro di socializzazione e allenamento fisico. La sua vicinanza all’Anfiteatro ne fa un punto chiave per comprendere la vita pubblica romana e il legame tra sport, politica e società. Inoltre, le recenti scoperte archeologiche, tra cui gli affreschi e i calchi delle vittime dell’eruzione, aggiungono un ulteriore valore storico e culturale alla visita.

Cosa ammirare nella Palestra Grande?

  • Il vasto colonnato: Circonda l’area centrale e presenta colonne in laterizio rivestite di stucco bianco, con capitelli ionici decorati.
  • La piscina centrale: Misura 34 x 22 metri con un fondale inclinato, consentendo diverse profondità. Era utilizzata per il nuoto e altre attività ginniche.
  • I graffiti sulle pareti: Testimonianze di vita quotidiana, con messaggi politici, amorosi ed erotici, tra cui un’incisione su Venere.
  • Il Quadrato Magico: Un’iscrizione enigmatica (SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS) incisa su una colonna, simbolo ancora oggi di dibattito tra studiosi.
  • I calchi delle vittime dell’eruzione: Resti umani e oggetti personali rinvenuti all’interno della palestra e nei pressi del muro perimetrale, raccontano gli ultimi istanti degli abitanti di Pompei.

Conclusione del nostro itinerario di 5 ore a Pompei

Siamo giunti alla fine del nostro itinerario di cinque ore tra le meraviglie di Pompei. Questo percorso ha permesso di scoprire e approfondire molti luoghi straordinari, offrendo un’esperienza più completa rispetto agli itinerari più brevi. Passeggiando tra domus affrescate, edifici pubblici e spazi di vita quotidiana, abbiamo potuto immergerci nella storia di questa città unica. Se avete ancora curiosità e voglia di esplorare, vi invitiamo a scoprire il nostro itinerario di sette ore, che vi condurrà verso altri siti affascinanti e ricchi di storia. Pompei ha ancora molto da svelare!

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